Senza Filtro - Troppi dicono che occorre fare attenzione e denunciare, in modo ponderato, le colpe dell’una e dell’altra fazione, in una guerra tra le tante del mondo (oltre 60 i conflitti) che ha una caratteristica particolare: quella di sfondare la porta della nostra incoscienza e inondarci l’anima di immagini.
Un bambino muore ogni 30 secondi per cause connesse con la mancanza di acqua potabile, sulla terra, per denutrizione, per malattie.
Indirettamente siamo tutti chiamati a risponderne; ma la colpa estesa a tutti è effimera e poco incisiva.
Le persone morte questa notte a Cana, in quelle terre straziate dall’odio, sembrano più vicine, la responsabilità più tangibile.
Né con gli uni né con gli altri? No. E’ sbagliato!
Tra oppressi ed oppressori, si deve, è sempre possibile e necessario scegliere, come chiedeva a se stesso, e insegnava, don Milani.
Oggi occorre essere con gli oppressi uccisi dalle bombe dello Stato sovrano di Israele, con i 55 bambini e con i loro genitori. Con gli oppressi dei campi profughi.
Devono essere chiamati assassini i miliziani che ieri lanciavano i razzi su Israele come i soldati, gli ufficiali, i generali e capi di stato israeliani che questa notte hanno fatto crollare quel palazzo a Cana. Nessuna giustificazione, nessuna misura preventiva. Solo calcolo strategico, come è sempre stato. Bambini morti perché usati come scudi umani o uccisi per vendetta o per sbaglio calcolato. Comunque ed intenzionalmente assassinati.
Che le nostre amministrazioni, a cominciare dal prossimo Consiglio provinciale, facciano sentire al più presto la loro, la nostra voce e che non si permetta più a nessuno di nascondersi dietro la bandiera di uno Stato, o l’insegna di una fazione, che pretende di difendersi uccidendo i bambini per rappresaglia.
Che i nostri amministratori rappresentino e concretizzino l’idea che il dialogo è una opzione logica e concreta, la pace l’unica scelta umanamente plausibile.
Umberto Cinalli
Verdi per la Pace