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Ferindo Palombella |
- A poco più di un mese dall’allarme lanciato sul cinipide galligeno, insetto parassita del castagno, è stata approvata l’intesa tra assessorato all’Agricoltura della Provincia di Viterbo e Centro Studi e Ricerche sul nocciolo e castagno per il coordinamento e la realizzazione di azioni di studio, ricerca e applicazione di metodi di intervento finalizzati a salvaguardare il patrimonio castanicolo della provincia di Viterbo.
Secondo l’accordo alla Provincia di Viterbo viene affidato il coordinamento istituzionale degli interventi, con il compito di interagire con i principali attori pubblici e privati interessati alle problematiche fitosanitarie del castagno e ciò anche per il reperimento delle risorse economiche necessarie all’attuazione degli interventi.
Al Centro Studi e Ricerche sul nocciolo e castagno, istituito presso il CeFAS-Azienda speciale della Camera di Commercio di Viterbo, va il coordinamento e la responsabilità scientifica degli interventi inerenti lo studio e la sperimentazione di forme di controllo dei parassiti del castagno, incluso ovviamente il cinipide galligeno, sotto la direzione di un esperto dell’Università degli Studi della Tuscia.
“Dopo una serie di incontri in cui abbiamo cercato di coinvolgere e ascoltare tutte le parti in campo ha dichiarato Ferindo Palombella, presidente della Camera di Commercio siamo giunti rapidamente a definire una strategia d’intervento particolarmente incisiva, che vede insieme istituzioni, risorse e competenze del territorio per prevenire e fronteggiare quelle emergenze che oggi e in futuro potrebbero avere effetti devastanti sulla castanicoltura e andare così incontro alle legittime preoccupazioni dei produttori”.
Sulla stessa lunghezza d’onda l’assessore provinciale all’agricoltura Mario Trapè: “Continua la sinergia tra Camera di Commercio, Provincia di Viterbo e Università della Tuscia per affrontare le emergenze territoriali. Grazie al contributo regionale, che la Provincia ha messo a disposizione del Centro studi nocciole e castagne del CeFAS, docenti universitari potranno continuare a ricercare soluzioni scientifiche per abbattere le situazioni drammatiche che stanno caratterizzando la Tuscia”.
La gestione economico-finanziaria delle risorse per l’attuazione degli interventi sarà a carico del CeFAS, mentre il controllo amministrativo sull’uso delle risorse pubbliche da parte del Centro è affidato, in qualità di coordinatore istituzionale, alla Provincia, a cui vanno inviati preliminarmente i programmi di ricerca e successivamente la rendicontazione amministrativa e i report sui risultati ottenuti.
L’intesa prevede che rappresentanti del Servizio Fitosanitario Regionale, del Corpo Forestale dello Stato e delle Associazioni di castanicoltori possano essere invitati alle riunioni indette dal Comitato tecnico scientifico del Centro per condividere e concertare lo stato dell’arte e gli interventi individuati e da realizzare.
Il Centro Studi e ricerche sul Nocciolo e Castagno, presieduto dal prof. Leonardo Varvaro è stato istituito recentemente dal CeFAS e dal Dipartimento Protezione delle Piante dell’Università degli Studi della Tuscia per condurre azioni di studio, ricerca e divulgazione sui temi della corilicoltura e castanicoltura. Il Centro dispone di un laboratorio scientifico, allestito presso il CeFAS, all’interno del quale vengono svolte ricerche sui metodi di lotta e sono costantemente monitorate le principali avversità presenti sul territorio.
Nel Comitato tecnico e scientifico del Centro siedono rappresentati di Università degli Studi della Tuscia, Provincia di Viterbo, Camera di Commercio di Viterbo e CeFAS, Associazioni di categoria agricole, Associazioni di produttori della provincia di Viterbo, Comunità Montana dei Cimini, Ordine dei Dottori Agronomi e forestali