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Dopo le molestie alla moglie, il sacerdote Giuseppe Serrone racconta le difficoltà incontrate in questi anni.
«La nostra vita non è facile - spiega Serrone - , per andare avanti ci facciamo aiutare dai miei genitori. La cosa più importante però è l'amore. L'unico parametro per le coppie riscontrabile nel Vangelo, dove non si trovano tutte le restrizioni volute dalla Chiesa.
Ho fondato l'associazione dei preti sposati proprio per aiutare le persone che si trovano nella mia stessa situazione. Sabato abbiamo ricevuto una nuova molestia da parte di alcuni giovani del paese e sono stato costretto a sporgere una denuncia scritta presso la locale stazione dei carabinieri di Soriano nel Cimino.
Alcuni di loro insieme a due adulti nel 2004, provocarono un profondo stato di agitazione a mia moglie Albana. Gridarono il suo nome e le tirano dei sassi, come le streghe del Medioevo, solo perché abbiamo deciso di amarci dopo le mie dimissioni da parroco.
L'episodio di sabato 1 luglio è l'ultimo di una serie di fatti che non fanno onore alla piccola comunità civile di Chia nella quale siamo costretti ad avere ancora la residenza: ci hanno tirato sassi, gridato, cosparso di colla l'auto, tirato dei pezzi di legno alla porta della nostra abitazione in piena notte, hanno bloccato con delle autovetture l'accesso alla nostra abitazione".
Una vera persecuzione.
"Albana, mia moglie - continua Serrone - è stata ricoverata in un ospedale psichiatrico per lo stress e sabato 1 luglio dopo la denuncia ai carabinieri l'ho accompagnata con urgenza per una visita di controllo presso il servizio psichiatrico dell'ospedale di Belcolle a Viterbo. Il centro di salute mentale era chiuso di sabato e grazie alla disponibilità di un medico del day hospital, Albana ha potuto raccontare tutto quello che le era successo a Chia in mattinata. Siamo allo stremo delle nostre forze, ma abbiamo deciso di continuare a lottare per i diritti civili. Stiamo anche cercando delle possibilità di lavoro; siamo iscritti al centro per l'impiego di Viterbo da cinque anni. Albana sta frequentando un corso sul turismo.
E abbiamo frequentato dei corsi per aprire una nostra attività lavorativa con alcuni contributi statati per il lavoro autonomo e l'imprenditorialità femminile previsti dalla legge italiana.
Da parte nostra cercheremo di dare tutto, ma per le gravi situazioni di salute di mia moglie chiediamo con urgenza un intervento delle autorità pubbliche competenti, dei servizi sociali di zona e/o di qualcuno che prendendo a cuore le problematiche dei diritti civili possa mettere fine alle sofferenze della nostra nuova famiglia.
Da parte nostra abbiamo pagato già abbastanza per la causa delle libertà, ma siamo disposti a continuare con coraggio e senza paure".