- La Talete ha iniziato a scorrere.
Oggi un altro passo avanti per la società chiamata a gestire le risorse idriche della Tuscia.
A Palazzo Gentili, consiglio provinciale aperto e domani mattina i sindaci che fanno parte del territorio Ato1, sono chiamati ad approvare il piano d’ambito, lo strumento programmatico della società, che consentirà a Talete di gestire la nostra acqua, assorbendo società (Robur, Siit, Cobalb e Sicea) e servizi gestiti fino ad oggi direttamente dai comuni.
Si va avanti.
Lo ha ribadito anche il presidente Alessandro Mazzoli. “E’ necessario raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissi dice e la garanzia del buon esito è che il tema interessa tutti”.
Avanti. Ma con qualche distinguo. Come quelli di Francesco Lombardi, del comitato acqua pubblica Viterbo. “Sono previsti investimenti dice per 750 miliardi di vecchie lire in trent’anni, ma alla fine la rete continuerà ad avere il venti per cento di perdite”.
E soprattutto il problema delle tariffe. Nel piano, non sono previsti aumenti, almeno nel primo periodo. “Ma non sarà così dice ancora perché, si prevede che costo del personale e quello dei fornitori non subiscano aumenti. Cosa impossibile. Queste spese non previste, finiranno per incidere sulle tariffe”.
Sulla stessa linea d’onda, il consigliere Paolo Equitani (FI). “Sono convinto sostiene che le tariffe ipotizzate non saranno applicabili. Il personale che sarà assorbito dalle vecchie società, è in gran parte formato da quadri dirigenti ed impiegati. Gli operai sono pochi. Un centinaio su 220. Ne serviranno altri che andranno assunti. Diversi comuni, poi, traggono un guadagno dalla gestione degli acquedotti, introito che con il passaggio a Talete verrà a mancare”.
Preoccupazioni legittime, però: “C’è una legge dice Lina Novelli e ci sono scadenze da rispettare”.
Con un buon proposito. “Far conoscere dice Umberto Cinalli Legambiente il contenuto del lavoro svolto alla gente, spiegare il cambiamento in atto ai cittadini”.