Senza Filtro - “Impronte metropolitane”, tracce di architettura urbana, di squarci moderni nei quali si confondono le memorie del passato. Impronte digitali abnormi che segnano percorsi tra l’asfalto e il cielo.
E “Impronte metropolitane” è il titolo della mostra fotografica di Emanuela Moroni, allestita da “Off Art”, che sarà inaugurata sabato prossimo, (resterà aperta fino al 4 giugno), all’Officina delle arti in via Bussi.
L’evento vede il patrocinio dell’assessorato alla Cultura del comune di Viterbo e della Circoscrizione del centro storico della città di Viterbo.
Nove scatti in bianco e nero, nove sguardi su New York, Miami e Tokio che scalfiscono la patina superficiale dei grattacieli, che danzano con gli ideogrammi delle insegne giapponesi. Immagini catturate dalla Moroni nel corso del 2005 durante i suoi viaggi come hostess.
La venticinquenne, studentessa di Scienze delle comunicazioni alla Sapienza di Roma e sceneggiatrice in erba, ha affidato alla sua inseparabile macchina fotografica i ricordi, i souvenir più preziosi dei luoghi che ha attraversato e respirato.
Un fermo immagine che sospende l’alienante routine, il flusso delle formiche frenetiche che sembrano gli uomini visti dall’alto di un aereo o di un grattacielo. Nel corso della mostra sarà proiettato un videoclip di Mela con altre immagini scattate dalla Moroni in giro per il mondo, accompagnate dalla colonna sonora del gruppo Neutrons.