Senza Filtro - Domenica 12 marzo straordinario successo al teatro Bianconi di Carbognano de “La Confessione” , commedia in due atti di Carlo Ciaffardini. La commedia, scritta dal fabrichese Ciaffardini, giusto venti anni fa e rappresentata in quell’epoca soltanto a Fabrica, da diversi mesi ha cominciato a circolare di nuovo nelle sale teatrali della provincia. La commedia ha due soli protagonisti, Don Giacomo Cannarola (Claudio Ricci) e Giuseppe Fortunato (lo stesso Carlo Ciaffardini).
E’ la storia di una amicizia tra un ex possidente, Don Giacomo, che vive in una nobile e atemporale apparenza, con la sola compagnia di Giuseppe, suo fedele inserviente. Don Giacomo, messo di fronte a uno di quegli inconvenienti che distruggerebbero per sempre la sua già precaria esistenza materiale, si mostra incapace di affrontare la situazione.
L’inserviente Giuseppe - come aveva fatto da sempre - viene in suo soccorso consigliandolo di rivolgersi ad un avvocato suo amico. Col fine di dargli fiducia e spingerlo a combattere nella vita, Giuseppe si traveste da avvocato e si presenta al suo padrone. Quasi subito la situazione si capovolge. Don Giacomo, al cospetto di un avvocato dall’aspetto bonario, neanche si trovasse di fronte ad uno psicanalista o a un prete, rimuove la sua angoscia e confessa una cattiva azione di tanti anni fa: egli aveva preso con violenza la fidanzata di Giuseppe, costringendola ad abbandonare la candida relazione.
La rivelazione annichilisce Giuseppe, che non può che liberarsi amareggiato dal suo travestimento, e prendere atto del grottesco paradosso: ha dedicato la sua vita alla cura di una persona che oggi si rivela come la causa primaria della sua infelicità e solitudine. Don Giacomo esorta l’amico a seppellire il passato e a continuare il domani come se nulla fosse accaduto. Giuseppe, senza enfasi e senza odio, non può che allargare le braccia: “Domani ci guarderemo in faccia… che ci diremo domani…”
Il vero delitto è negli attori, nella loro assenza dalle scene per circa venti anni. E pensare che quando erano ventenni, ossia tra la fine degli anni Settanta e metà degli anni Ottanta erano stati gli animatori di una filodrammatica parrocchiale che ha messo in scena con successo e con il coinvolgimento di vari gruppi di amici, diverse commedie, da Eduardo a Pirandello.
Ora che sembrano presentarsi di nuovo condizioni favorevoli, tanti amici, tanti fabrichesi esortano Carlo e Claudio a costituire una compagnia stabile. Io personalmente penso che il necessario aiuto della civica amministrazione di Fabrica e degli enti locali sia indispensabile per portare al successo una simile istituzione per la cultura e la vita associativa del paese.
Gualdo Anselmi