Senza Filtro - La Federazione provinciale dello Sdi-Rosa nel Pugno, nel quarto anniversario della vile uccisione da parte delle Brigate rosse, ricorda il professor Marco Biagi, autentico riformista, socialista e cattolico.
La sua fedeltà allo Stato lo aveva portato a collaborare con vari ministri nel tentativo di offrire risposte efficaci alle sfide portate al mondo del lavoro dalla globalizzazione.
L’analisi da lui effettuata nel Libro bianco non era certo la risposta limacciosa di un reazionario amante della precarietà, ma uno sforzo serio e concreto per coniugare flessibilità e un nuovo sistema di garanzie per favorire occupazione e sviluppo.
Purtroppo la legge che porta il suo nome ha raccolto soprattutto le sollecitazioni verso una maggiore flessibilità, si tratta ora di non cancellarla con un colpo di spugna ideologico ma, recependo il pensiero di Biagi, di completarla creando un sistema di protezione sociale che sostenga chi perde il lavoro con un reddito legato alla formazione finalizzata al reinserimento.
Occorre disegnare un sistema di welfare to work imperniato sulla conoscenza e la formazione che garantisca tutti i lavoratori e non solo il 18% coperto dalla cassa integrazione, deve diminuire il costo del lavoro stabile e rendere più oneroso quello precario e flessibile, bisogna favorire l’accesso dei giovani alle professioni abolendo gli ordini professionali.
La sinistra storicamente attenta alla redistribuzione del reddito deve porsi seriamente il problema dello sviluppo, coniugandolo con la solidarietà e la coesione sociale.
La Rosa nel pugno non farà mancare il suo impegno su questi temi proseguendo sulla strada indicata da Marco Biagi, socialista autentico, che ha pagato con la vita le sue idee e che i socialisti non dimenticano.
Il segretario provinciale SDI-Rosa nel pugno
Eduardo Gugliotta