Col Filtro - Caro direttore,
sto assistendo con disgusto ai balletti della politica che ogni giorno riempiono la cronaca dei giornali locali. Un tempo la polemica ed i contrasti interni erano un elemento di stimolo, di confronto e di crescita, perché dettati da una strategia della politica, sia pur diversa, ma comunque finalizzati ad un comune interesse, quello del successo elettorale.
Oggi invece sono solo le ambizioni personali che emergono, a volte con disarmante leggerezza, altre con cinica professionalità e puntano entrambe a minare le basi del partito.
Movimenti che esaltano solo la persona si sostituiscono al partito e lavorano per far cadere quello che ancora rimane alla destra nel governo del territorio, primo tra tutti il comune capoluogo.
E dire che eravamo riusciti, dopo anni di discriminazione, a tornare alla guida della città ed a trasformarla in maniera radicale.
Parcheggi, viabilità, sviluppo urbanistico, qualità della vita, cultura, luoghi di svago, servizi etc. hanno avuto una soluzione nemmeno immaginabile anni indietro, eppure proprio chi da questo ha tratto il proprio vantaggio è il primo denigratore.
Non credo ci sia bisogno di scomodare giuda per fotografare la storia interna di An a Viterbo.
Ed allora ecco l’impossibilità di un ulteriore percorso politico nel partito e le ragioni vanno oltre ed accomunano gran parte dei militanti di una vita, che hanno visto perdere lungo il cammino tutti i valori che ispiravano il Msi: la coerenza, la lealtà, il disinteresse, il coraggio delle idee, lo spirito di servizio.
Volevamo dare al cittadino un ruolo da protagonista in una società modellata secondo i nostri principi ed invece abbiamo subito il ricatto neo-capitalista e ci siamo incamminati verso un partito unico di centro inserito, nel prossimo futuro, nel Partito popolare europeo.
Una strategia studiata dai vertici e resa operativa da elementi estranei al nostro mondo, malati di onnipotenza che hanno utilizzato, a livello provinciale, An, per trasformarla in un campo di battaglia, lacerandone il tessuto umano e dando un'immagine negativa all’esterno.
Ci è stato tolto il diritto di decidere sul nostro futuro, di nominare i nostri rappresentanti, di scegliere i nostri candidati, con le conseguenze che ben conosciamo: abbiamo perso la Regione, abbiamo regalato la Provincia alla sinistra.
Tornare alle origini, in questo nuovo Movimento “Alternativa Sociale con Alessandra Mussolini” che incarna i nostri ideali ed i nostri sentimenti, è stata non solo una necessità ma un dovere, è stato il nostro senso di appartenenza che ci ha guidati.
Oggi la nostra presenza è strategica perché, oltre a rappresentare un contenitore per i tanti delusi che diversamente avrebbero contribuito a far lievitare il partito del non voto, è funzionale alla vittoria del centro destra e quindi di Viterbo e della Nazione
Fabrizio Moretti
Candidato al Senato
Alternativa Sociale con Alessandra Mussolini