Senza Filtro - “Ho appreso che è imminente la riapertura al pubblico delle basiliche di S. Pietro e S. Maria Maggiore, a Tuscania. La notizia, in quanto tale, non può che fare piacere, visto che due gioielli dell’enorme patrimonio storico e architettonico tuscanese, della cui conservazione mi sono occupato, per altro, anche di recente, tornano a disposizione dei visitatori.
A stridere con tutto ciò c’è, però, il fatto che sono oltre tre mesi che ho denunciato, con lettere e comunicazioni circostanziate, casi di interventi edilizi che, a parere comune, rappresentano degli autentici oltraggi all’ambiente ed al contesto storico e architettonico di Tuscania, alcuni dei quali realizzati nei pressi delle due basiliche, senza che tali segnalazioni abbiano avuto seguito.
L’unico risultato che ho ottenuto è stato quello di essere rimpallato da una sovrintendenza ad una direzione generale, senza aver ottenuto ancora una risposta certa su una domanda di una semplicità disarmante: sapere, ovvero, se le licenze edilizie rilasciate alle pendici del colle S. Pietro; se i permessi accordati nel centro storico per l’apertura di lucernari, terrazze e quant’altro; se il cemento spalmato nel parco di Torre di Lavello, oltre tutto con denaro pubblico, costituiscono un attentato all’ambiente e al patrimonio, oppure no”.
A porre un quesito che suona come un atto d’accusa contro l’esasperata burocratizzazione del controllo del patrimonio storico, artistico e ambientale del territorio è l’assessore agli affari istituzionali, Regino Brachetti, al termine dell’ennesimo colloquio interlocutorio avuto su una questione che riguarda tutti i cittadini alle prese con vincoli, nulla osta e autorizzazioni varie.
“Purtroppo devo constatare che, a fronte di un controllo soffocante e di tempi autorizzativi biblici, nei confronti di piccoli interventi, a volte negati in maniera inspiegabile, si assiste a corsie preferenziali per opere con impatto ben maggiore, secondo un principio discrezionale che lascia il campo a molti dubbi di legittimità prosegue l’assessore credo che a questo punto indispensabile una seria riforma del settore, che riduca gli spazi interpretativi e fissi criteri univoci, a tutela sia dei cittadini, che dei beni da proteggere” ha concluso Brachetti.