Senza Filtro - Dal 1970 ad oggi movimenti ambientalisti, intellettuali viterbesi e amministratori illuminati, hanno sempre cercato di respingere i vari tentativi di distruzione della natura sui Cimini.
Dall’apertura di una miniera a cielo aperto, a strade di nessuna utilità a lottizzazioni dentro i boschi, hanno rappresentato una serie di successi a favore della natura dei Cimini.
Purtroppo alcune battaglie si sono perse, come quelle di bloccare ripetitori che hanno stravolto il profilo dei monti e colture di alberi da frutto in sostituzione di cerri e faggi.
Tutto sommato però parte della famosa “Selva Cimina” di etrusca memoria è giunta fino ai giorni nostri quasi indenne. Ora però una nuova minaccia, più sottile e devastante si profila all’orizzonte. La conversione del castagneto ceduo(macchia)a castagneto da frutto.
Qualche mente “illuminata” ha pensato bene di chiedere agli organi competenti provinciali e regionali l’autorizzazione alla conversione del castagneto ceduo (macchia) a castagneto da frutto su tutto il comprensorio dei Cimini.
Se tale autorizzazione fosse concessa sarebbe un evento di una devastazione inimmaginabile. Le macchie di castagno distribuite lungo scarpate, declivi collinari difficili da coltivare sia nel passato che ai giorni nostri, hanno sempre rappresentato una inconfondibile garanzia di stabilità dei terreni da frane e smottamenti, nonché una distribuzione omogenea delle acque meteoriche.
Trasformare i selvatici in castagni da frutto vorrà dire: sfoltire drasticamente la macchia, distruggere il sottobosco, costruire strade di servizio, creare spazi dove le macchine raccoglitrici possano muoversi tranquillamente, insomma uno stravolgimento profondo dei boschi naturali dei Cimini, un crimine contro la natura e la sua biodiversità, una responsabile riduzione dell’assorbimento del CO2 che è uno dei gas serra che sta modificando il clima del pianeta.
Qualche “illuminato” ideatore di questa distruzione ha anche proferito frasi sul tipo: “ mi sembra che non ci siano minacce per la tutela ambientale….”
Un’affermazione grave, che dimostra l’ignoranza profonda sugli equilibri delicati degli ecosistemi forestali, in barba alla biodiversità, ormai sostenuta anche da leggi europee e nazionali.
L’autorizzazione alla conversione del castagneto ceduo (macchia) a castagneto da frutto sui territori dei monti Cimini, è stata sempre saggiamente negata dalle varie amministrazioni regionali, compresa quella Badaloni. Perché oggi riemerge questa richiesta? Sono forse cambiate le ragioni ostative? Quali interessi di pochi a danno di tutti ci sono sotto?
Accademia Kronos impegnata in Brasile contro la distruzione della foresta Amazzonica deve constatare con grande amarezza che non solo in Brasile ci sono i distruttori delle foreste, ma anche in Italia.
La direzione di Accademia Kronos ha intanto invitato l’assessore regionale all’Ambiente Angelo Bonelli e il presidente Marrazzo ad intervenire con decisione su questa delicata situazione. Accademia Kronos invita anche i cittadini e soprattutto i giovani dei Cimini a protestare civilmente contro questo nuovo e assurdo attentato alla vita dei loro boschi.
Ennio La Malfa
Accademia Kronos