Tarquinia - Il presidente dell'università agraria in appoggio dell'Unione
Antonelli ai No Coke: Niente estremismi
Tarquinia 24 marzo 2006, ore 2,30
Senza Filtro - Come tutti i cittadini di Tarquinia impegnati nella battaglia contro la riconversione a carbone della centrale di Civitavecchia, ho letto con preoccupazione le dichiarazioni rese dal leader dell’Unione e spero vivamente prossimo presidente del consiglio Romano Prodi.
Pur tuttavia, dopo attenta riflessione, non voglio fermarmi al significato letterale delle parole, da uomo impegnato in politica mi sforzo da sempre di guardare oltre cercando di comprendere la reale portata della situazione, con serenità e senza strumentalizzazioni.
Le forze politiche che compongono il centrosinistra, soprattutto a livello locale si sono già più volte pronunciate in merito al progetto di riconversione a carbone, sancendo senza dubbi di sorta come detta eventualità rappresenti un danno irreparabile per il territorio.
Senza condizionamenti, compatte e risolute, hanno spinto affinché il presidente Marrazzo da loro stessi eletto rispettasse gli impegni presi con i cittadini dimostrando serietà e coerenza a differenza di chi ha taciuto a lungo per bieca convenienza e omogeneità di colore politico.
Il presidente Marrazzo e la giunta della Regione Lazio hanno non solo esposto e concretizzato con atti forti e reali la loro contrarietà al carbone, ma con ottica improntata alla responsabilità di governo ed alla propositività hanno altresì indicato una via alternativa.
Lo stesso Romano Prodi nell’ormai epico e campale scontro frontale con Silvio Berlusconi ha dichiarato davanti 16milioni di italiani, quando si dice la forza dei numeri, a specifica domanda, che su grandi opere e politica energetica il governo di centrosinistra deciderà solo dopo aver ascoltato il territorio.
Tutto in piena coerenza con uno stile di governo provato dagli eventi ed improntato alla dialettica della concertazione, che sa ascoltare le istanze del popolo e le battaglie di gente.
Ordunque alla luce di quanto sintetizzato, visto l’impegno mio personale come cittadino ed istituzionale come presidente dell’Università Agraria di Tarquinia, affianco al comitato No Coke, nel ribadire senza se e senza ma la mia assoluta volontà a proseguire la battaglia contro il carbone mi sembra opportuno dire, chiedere e chiarire quanto segue al fine unico di dare un piccolo contributo ad una strategia vincente che possa dare i frutti sperati.
1) Il mio sostegno è da sempre stato politicamente disinteressato, non concorro in alcun modo ad un seggio parlamentare, non nutro alcuna velleità rivolta al palazzo comunale e da sempre combatto contro il carbone a differenza di chi ha scoperto la questione solo quando è caduta in disgrazia la Giunta Storace.
Tuttavia non posso non mettere in guardia gli amici del comitato da inevitabili rischi di strumentalizzazioni politiche che in questi giorni di concitazione elettorale potrebbero vederli loro malgrado protagonisti, e che mi vedrebbero costretto ad assumere una posizione di autonomia rispetto alle linee strategiche in campo.
Radicalizzare la lotta è una scelta legittima, ma attenzione a non fare il gioco di qualche volpe della politica locale in cerca di facili consensi e attento a perseguire subdole strategie elettorali per dare forza ad eventuali pochezze politiche di partito.
Veramente secondo voi la bontà e la purezza dei sentimenti nella lotta al carbone si misura a suon di presenze e dal tono di voce usato per richiamare l’attenzione?
Credo fermamente che ognuno di noi abbia messo in campo quanto più aveva a disposizione e lo abbia fatto più semplicemente con stili diversi.
Appaiano pertanto ingenerosi taluni richiami alla militanza attiva apparsi un po’ ovunque, ingiusti e in alcuni passi discutibili, sembra che ci si dimentichi che l’unico fine reale e incontestabile è rappresentato dal No al carbone.
Non si può attaccare strumentalmente e faziosamente chi ha deciso di mettersi a disposizione della causa in maniera seria perseguendo con forza la via diplomatica e dando pressione a quelle che erano le nostre richieste.
Un lavoro continuo sicuramente più utile di qualche pagliacciata ad uso e consumo di giornali e televisioni che qualche altro, assai più scaltro politico ha realizzato, al solo fine di reperire momenti di notorietà o manciate di voti.
Bisogna avere maggior rispetto delle persone e magari evitare tranelli disseminati sul cammino solo per tornaconti personali e solo per mettere in cattiva luce chi da sempre non si limita a gridare, ad abbaiare alla luna, ma cerca di amministrare i processi decisionali con coscienza.
2) Leggo da più parti che a seguito delle richiamate dichiarazioni vi sarebbe in atto una strategia volta a boicottare, riporto testualmente, le liste dell’Unione alla prossima tornata elettorale.
Orbene, premesso che ogni cittadino è libero di comportarsi come crede, fatico drammaticamente a riconoscermi in una linea di condotta che sia minimamente priva di memoria storica e coerenza operativa.
Vorrei in tal senso solo ricordare che la triade nera Berlusconi, Storace, DeSio che ha portato così avanti lo spettro del carbone corre sotto insegna diversa di quella che oggi si vuole penalizzare.
Loro, sì, hanno già deciso ed operato tradendo il territorio senza ascoltare nessuno, questo è assai di più di un sospetto, è una realtà incontestabile.
Ci si rende ben conto che boicottare l’Unione significa consegnare il paese ai succitati?
No, cari amici. Non è minacciando la diserzione alle urne che si potrà fermare il carbone, ma scegliendo con coraggio chi per indole e cultura, da sempre ha scelto la via della concertazione e del dialogo.
3) Cari amici del comitato non vi sembrano quantomeno strani taluni inspiegabili silenzi elettorali? Mentre pretendete una presa di posizione con forza e intransigenza da parte di candidati che non verranno mai eletti o di uomini politici locali di centrosinistra, perché nulla si chiede al primo cittadino di questa città?
Non credo sia coerente l’atteggiamento di chi appartiene ad uno schieramento che parla apertamente ed unitariamente, ed è uno dei pochi argomenti in cui sono tutti d’accordo, di carbone a Civitavecchia (già messo in pratica) e nucleare ed allo stesso tempo, qui sul territorio veste i panni del tribuno della plebe, scoprendosi paladino del popolo solo ora quando il vento elettorale volge per lui al peggio.
Perché tace ora, proprio in campagna elettorale, non chiedendo prese di posizione forti nei confronti dei suoi referenti di partito o di coalizione, che nell’incertezza elettorale potrebbero anche tornare alla guida del paese?
Perché non si chiedono lumi a quei partiti che a Tarquinia sventolano bandiere bianche e azzurre contro il carbone sempre davanti ai soliti obbiettivi televisivi ed a Civitavecchia contestano l’ordinanza del presidente Marrazzo schierandosi a scudo dell’Enel?
No signori non servono liste di proscrizione e neanche la lavagna dei buoni e dei cattivi, occorre guardare di più alla nostra coscienza e capire bene quali strategie siano migliori per il raggiungimento dell’unico vero scopo il No al carbone.
Facciamo attenzione a che il virus della politica peggiore, quello fatto di interessi personali e scelte di facciata possa in alcun modo inquinare la nostra lotta e scoraggiare chi con tanto fervore ha ancora in animo genuinamente di cambiare le cose, con quella forza corale e pacifica che solo il popolo sa mettere in atto.
Il presidente universita’ agraria di Tarquinia
Alessandro Antonelli