Viterbo- Interviene l'assessore Brachetti
Castagne e riconversione forestale dei Monti Cimini
Occorre conciliare le esigenze di tutte le realtà produttive
Viterbo
26 marzo 2006, ore 1,30
Senza Filtro - “Al di là delle logiche prescrizioni di natura ambientale, che comunque vanno rispettate, a tutela del territorio, la questione della riconversione forestale dei Monti Cimini, con l’impianto di nuovi castagneti da frutto, riguarda anche un altro aspetto, finora, mi sembra, sottaciuto, che mi è stato però evidenziato da alcuni imprenditori del settore: si tratta dell’attuale grave carenza di legname di castagno impiegato per usi industriali, che un processo di reimpianto non concertato andrebbe ad appesantire ulteriormente”.
A mettere in guardia sui possibili effetti negativi di un progetto di riconversione forestale dei Cimini che non tenga conto anche delle necessità degli industriali del legno è l’assessore agli affari istituzionali, Regino Brachetti, dopo un colloquio avuto con una rappresentanza degli operatori del settore della lavorazione del legname, comparto che in provincia di Viterbo interessa una decina di aziende, per lo più concentrate nella zona dei Cimini, che danno lavoro, tra addetti diretti e indotto, a circa 450 persone.
“Mi è stato spiegato che già oggi esiste una carenza di materia prima, che costringe le aziende a reperire il 40-45% del legname lavorato all’estero, in Francia e nei paesi dell’Est, e nel meridione d’Italia prosegue l’assessore ritengo che ogni piano di riconversione debba tenere conto, quindi, di tutte le esigenze, conciliando gli interessi dei produttori di castagne, cui il prossimo riconoscimento della Dop darà un ulteriore impulso, con quelli degli industriali del legno”.