Senza Filtro - Egregio direttore,
siamo ormai a pochi giorni dal voto e noi come Riformatori liberali, attenti alle vicende del nostro territorio, sentiamo il bisogno di fare queste brevi riflessioni su ciò che sarà della rappresentanza del territorio Viterbese all’interno del prossimo Parlamento.
Al di là delle sterili polemiche sul sistema elettorale, questo è e con questo voteremo (le liste bloccate hanno fatto comodo a destra come a sinistra stesso dicasi per il ritorno al proporzionale), ciò che colpisce vivamente la nostra attenzione, e molto di più il futuro e le aspettative politiche della nostra terra, è la scarsa considerazione che quasi tutte le forze politiche nazionali hanno per essa.
Basti una sola considerazione, gli unici tre “rappresentanti” del Viterbese sicuramente eletti saranno: Sposetti (Ds), da anni ripetutamente battuto nell’uno contro uno maggioritario, segno dell’evidente basso gradimento da parte dei cittadini della Tuscia per il tesoriere Ds; Fioroni (Margherita) anch’egli più volte sconfitto e mai vincente nelle competizioni elettorali degli ultimi dieci anni compresa quella per le elezioni comunali di Viterbo (attualmente in parlamento grazie al “vecchio ripescaggio”), anch’esso pertanto un “perdente di lusso“ delle tornate elettorali, ed in ultimo, la new entry, Allegrini (An) quest’ultima reduce dalla colossale batosta subita alle passate elezioni regionali, non eletta al fianco di Storace, ma che, nonostante la chiara indicazione di gradimento data dall’elettorato nei suoi confronti, il suo partito, in barba agli elettori (propri e non), ha deciso non solo di candidare, ma anche di fare eleggere.
Se è pur vero l’antico brocardo latino “nemo profeta in patria” è anche vero che i sopra citati “profeti” non lo sono stati mai.
Orbene, ”la vittoria degli sconfitti”, si diceva, sì, cioè di quei personaggi che sono stati più volte bocciati dai cittadini, dal voto democratico e che, per questo, non sono e non possono essere rappresentativi di un territorio e di una cittadinanza che già più volte non li ha votati, ma che alla stessa sono stati imposti dagli organi centrali di partiti che essi rappresentano (si badi bene non dalla legge elettorale che detta delle regole ma certo non sceglie i candidati!) ed ai quali di Viterbo e della Tuscia, ma soprattutto di cosa pensano i suoi cittadini ed elettori, nulla importa, altrimenti perché non rispettarli, dando spazio magari ad altre candidature, pur nelle maglie di una legge elettorale pastrocchiata.
Ed è per questo che i Riformatori liberali, affinché al fianco della certa “vittoria dei sconfitti” vi sia anche la democratica, libera e liberale “riscossa dei vincitori” auspicano che gli elettori, in particolare quelli del centrodestra (coalizione con la quale sono schierati), ma non solo, premino con il loro voto quelle forze politiche che, attraverso le candidature espresse, abbiano meglio incarnato e rappresentato le istanze e la politica del nostro territorio e che, soprattutto, abbiano rispettato le scelte e le preferenze che democraticamente tutti noi, negli ultimi anni, abbiamo espresso, premiando alcuni candidati e bocciandone sonoramente altri.
Se gli “eterni sconfitti” per una volta cantano già vittoria, con la più democratica delle armi, l’urna, potremmo fargli abbassare la voce.
Il presidente del club Riformatori liberali di Viterbo
Giacomo Barelli