Riceviamo e pubblichiamo
- Si apprende da fonti di stampa che sarebbe avvenuto nella giornata di lunedì il tanto atteso contatto tra il presidente Pecorelli e l’acquirente della Viterbese calcio, vale a dire la Tosinvest spa che fa capo alla famiglia Angelucci.
L’emissario cui a Viterbo sarebbe stata affidata la delega a concludere la trattativa per conto del gruppo romano avrebbe infatti avanzato al patron gialloblù una proposta di quelle che, a lume di naso, non si dovrebbero rifiutare.
La Tosinvest, in cambio del passaggio in sue mani delle quote di Pecorelli, si farebbe carico di tutte le passività della Viterbese calcio, che sono cospicue, e delle numerose incombenze finanziarie necessarie per iscriversi al prossimo campionato.
Tuttavia il testardo Pecorelli, ben lungi dal cogliere al volo un’occasione irripetibile e che lo svuoterebbe da un marea di problemi, continua pericolosamente a traccheggiare.
Le medesime fonti di stampa rendono noto che, addirittura, il patron insisterebbe ancora nel negare recisamente di aver ricevuto offerte da chicchessia.
Se questo è un tentativo di giocare al rialzo, come molti ovviamente cominciano a ipotizzare anche in rapporto alla notevole solidità economica del gruppo subentrante, lasciateci dire che si tratta di una tattica suicida.
Le scadenze sono ormai troppo imminenti per continuare a tirare la corda. L’ispezione della Covisoc è fissata per venerdì 31 marzo, cioè fra tre giorni. L’ambiente è stremato. I giocatori, che vantano molte spettanze arretrate, sono alla frutta. Se non si procederà al versamento degli oneri contributivi e non saranno contestualmente ottenute le liberatorie, le conseguenze saranno inevitabili in prospettiva di default societario. Se non nell’immediato il bubbone scoppierà alla scadenza prevista per maggio. Allorché tutti i nodi verranno, inesorabilmente, al pettine.
E’ necessario dunque che Pecorelli sia messo davanti a un aut aut.
Saldi immediatamente tutte le pendenze, per svolgere poi la trattativa di cessione a bocce ferme e con minore angoscia. Oppure ceda, da subito, le società a chi si trova (a differenza di lui) nelle condizioni di assicurarle un futuro.
Se ciò non avvenisse esisterebbe, in concreto, la possibilità della convocazione di un’assemblea straordinaria da parte dei soci di minoranza. All’ordine del giorno un cospicuo aumento di capitale, allo scopo di azzerare le perdite di bilancio e di provvedere a tutti i pagamenti in sospeso (ivi compresi quelli ai privati e ai fornitori). Una soluzione questa che dovrebbe essere presa in tempi, ovviamente, rapidissimi. A meno che Pecorelli non recuperi miracolosamente quel raziocinio cui dovrebbe, secondo noi e non solo, ispirarsi per le sue ultime mosse alla guida delle Viterbese calcio.
Allo stato delle cose e con una società gialloblù che si trova sull’orlo del baratro, serve solo concretezza. Non ci si può più permettere il lusso di avere un presidente che, dopo aver illuso e disincantato l’ambiente con promesse non mantenute, si mette adesso a fare il Quinto Fabio Massimo (il Temporeggiatore) della situazione. Non c’è bisogno oggi di un “cunctator” ma di un uomo d’azione, che alle parole faccia subentrare i fatti. Senza puntare a un logoramento del contesto che si trasformerebbe in un boomerang contro se medesimo.
Sergio Mutolo