Senza Filtro - E’ davvero paradossale sentire certe affermazioni, mi riferisco alle accuse di An, che definisce la scelta di Marrazzo sull’istituzione di nuove aree Sic e Zps, come una scelta assurda e sbagliata, che danneggia l’agricoltura e la caccia.
Capisco che in tempo di campagna elettorale è ormai una moda quella di sparare a zero su tutto, ma almeno si abbia il buon senso di dare le giuste informazioni al pubblico.
Cerchiamo di fare un minimo di chiarezza.
Per cominciare diciamo subito che sia le aree Sic così come le aree Zps, rientrano in un sistema di aree destinate alla conservazione di specie animali e/o vegetali indicate negli allegati I e II della direttiva Habitat e nell’allegato I della direttiva uccelli, e non ad un particolare sentimento di affetto dei verdi o di Marrazzo per qualche particolare ambito territoriale.
Ciò consente da un lato di inquadrare in modo esaustivo l’area, sulla base di studi scientifici e monitoraggi, dall’altro di creare una banca dati con tutte le specie presenti nell’area, compreso il loro stato.
Punto secondo. Mi si dice che questo è un danno per l’agricoltura!... Falso. Infatti non solo l’agricoltura ne trae beneficio, grazie ad una maggiore conoscenza del territorio e degli aspetti ecologici li presenti, ma se un qualsiasi imprenditore volesse portare avanti anche un progetto di tipo industriale all’interno dell’area, questo dovrà solamente redigere una preventiva valutazione di incidenza (art.6 comma 3 della direttiva habitat), che sia in grado di verificare gli effetti dell’opera sul contesto territoriale, così da sapere in anticipo se questo possa nel tempo determinare danni di tipo irreversibile.
A questo proposito ci tengo a sottolineare che la valutazione di incidenza, se correttamente realizzata, è uno strumento utilissimo, che consente il raggiungimento di un rapporto equilibrato tra ambiente e sviluppo economico, evitando forme di devastazione paesaggistica e ambientale a cui purtroppo oggi giorno numerosi territori sono sottoposti, a danno dell’ambiente e delle singole realtà economiche locali e nazionali.
Io stesso ho redatto valutazioni di incidenza che hanno permesso di raggiungere ottimi compromessi tra conservazione della natura e sviluppo industriale, attraverso accordi e sottoscrizioni tra le parti, ed i cui risultati sono quelli a cui oggi l’intera comunità europea mira: sviluppo sostenibile.
Per finire pongo una semplice domanda al signor Marini e alla signora Allegrini: ma cosa caccia un cacciatore se le specie cacciabili spariscono? Si perché se scompare un habitat, scompaiono anche le specie che lo popolano.
Salvatore Gionfrida