Senza Filtro - Nel punto di confluenza di via M. Cimini, di via M. Cervino, di via M. Amiata, nella zona del quartiere Barco, esiste (ancora) un largo con un'edicola per la vendita di giornali; ma già l'edicola ha dovuto abbandonare l'area occupata, in esecuzione dello sfratto ricevuto dall'Ente Autonomo Case Popolari (EACP).
Da informazioni assunte risulta che su detta area, di proprietà dell'EACP (ente pubblico), dovrebbe sorgere una costruzione di tre o quattro piani, con finalità speculative.
Quanto sopra è l’inizio di una mia nota del 11- 03- 2004.
Da allora le speranze di salvare l’area sono cadute, ed il paventato pericolo di edificare su un altro lembo di verde rimasto libero è diventato dura realtà.
Sull’area è calata una rustica recinzione, tipo “Forte Apache”, sulla quale troneggia la licenza edilizia, come il trofeo dell’ultimo scalpo strappato dalle teste insanguinate degli indifesi cittadini del Barco.
La preziosa area, ormai consolidata nella mente dei cittadini della zona come piazza, come giardinetto, come parcheggio, come spazio libero, viene scippata e sacrificata da questa “illuminata” amministrazione sull’altare del Dio mattone, imbonito e propiziato da nubi d’inebriante profitto.
La cementificazione della piazza segna inoltre la caduta definitiva di quel barlume di speranza, auspicato sempre nella nota del 11-03-2004, che avrebbe voluto vedere l’inizio dell’era in cui le istanze dei cittadini e le necessità pubbliche siano sempre prioritarie e poste al centro dell’attenzione di tutte le amministrazioni.
Il “Forte Apache” di piazza M. Amiata è l’ultimo avamposto per l’ultimo assalto alla Pinetina? Usque tandem Catilina abuteris patientiae nostrae? (fino a quando, o Catilina, abuserai della nostra pazienza?
Osvaldo Ercoli