Senza Filtro - Il fatto di essere uscito pubblicamente con un documento polemico nei confronti della sezione dei Ds non significa che io abbia improvvisamente messo da parte le mie convinzioni politiche di sinistra.
In questi giorni insieme a tante sincere manifestazioni di stima e solidarietà ho ricevuto anche alcune “proposte indecenti” da parte di alcuni esponenti dell’altra parte politica che, interpretando la situazione dal loro punto di vista, hanno fiutato la possibilità di ribaltare la situazione politica nel Comune di Acquapendente.
Al posto mio una persona più spregiudicata, come ne esistono molti in questi tempi senza valori e senza scrupoli, avrebbe accettato di mettersi a capo di una lista civica con buone possibilità di successo, visto il disorientamento e le difficoltà in cui i Ds hanno messo se stessi e gli alleati della coalizione che fino ad oggi ha ben amministrato il nostro comune.
Chi mi conosce bene sa che queste non sono mai state le mie intenzioni e voglio rassicurare tutti coloro che hanno avuto questa preoccupazione.
Tuttavia dentro di me qualcosa è cambiato. Ho avuto modo di riflettere su me stesso e sulla mia vicenda politica, iniziata più di venti anni fa nella Fgci di Pietro Folena e Nichi Vendola.
Pace, ambiente, giustizia sociale: i miei ideali giovanili sono ancora intatti e presenti oggi più di ieri. Ho iniziato la mia militanza attiva all’inizio degli anni ottanta, manifestando contro i missili americani a Comiso e contro la costruzione della centrale nucleare a Montalto.
Ricordo la morte improvvisa di Enrico Berlinguer nel 1984, l’emozione dei funerali ed il risultato straordinario che seguì quel tragico evento, con il sorpasso del Pci sulla Dc alle elezioni europee. Quel lunedì sera ero a Firenze in Piazza S. Croce e ricordo una bella festa con i giovani che ballavano e i vecchi che piangevano.
Quel risultato ottenuto sull’onda dell’emozione fu anche l’ultima illusione di cambiamento.
La società italiana purtroppo stava cambiando in peggio e noi giovani comunisti rappresentavamo già modelli e valori che faticavano ad affermarsi presso i nostri coetanei, già inclini all’individualismo ed al rampantismo dominante. Erano gli anni degli yuppy e quella cultura è la stessa che in tempi più recenti ha portato al potere Berlusconi e i suoi seguaci.
La battaglia che ci attende oggi non è diversa da quella di ieri ed io voglio esserci, come allora.
Sento però la necessità di affermare con più nettezza le mie convinzioni, senza tatticismi.
Trovo l’attuale proposta politica del centrosinistra troppo debole, contraddittoria, poco affascinante.
Sento la necessità di tornare a dire cose di sinistra, credo che ce ne sia bisogno.
Ho deciso perciò di votare Rifondazione Comunista alle prossime elezioni politiche, anche per sostenere le posizioni unitarie di Bertinotti ed insieme a questi nuovi compagni, che oggi sento più vicini, iniziare una nuova avventura, mantenendo la mia indipendenza, per la realizzazione di un progetto politico di più ampio respiro che possa parlare a più anime ma teso all’affermazione di valori forti e puliti.
Credo che la sinistra viterbese meriti qualcosa di più e di meglio di un accordo tra Sposetti, Fioroni, Ugo Gigli e Brachetti per la gestione del potere in un quadro di moderatismo di cui non si capisce più il senso. Lo dico senza disprezzo, con il rispetto che ho sempre avuto per gli altri diversi da me.
Sento il bisogno di ritrovare l’entusiasmo che ho perso negli ultimi tempi.
I miei nuovi compagni (il significato di questa parola è bellissimo: coloro con cui si condivide il pane) hanno intenzione di candidarmi per le prossime elezioni comunali e credo che accetterò la loro proposta. La nostra intenzione è quella di dare il nostro contributo ad una lista unitaria del centrosinistra per non disperdere il buon lavoro dell’amministrazione uscente, di cui ho avuto l’onore di far parte (ed anche qualche merito).
Se i Ds avranno la saggezza che fino ad oggi è mancata di ascoltare ed accogliere le nostre ragioni e le nostre proposte sosterremo il loro candidato a sindaco, lealmente pur evidenziando la nostra identità. Se questo rinsavimento non ci sarà la mia candidatura a sindaco in un’altra lista diventerà inevitabile. Non è una minaccia ma un dato di fatto di cui tener conto.
Fabrizio Pieri
Vicesindaco di Acquapendente