Viterbo - Il crollo dela Macchina di santa Rosa - Ali di Luce - Lettere - Scrive Monica Cima
"E' stato come ricevere uno schiaffo"
24 agosto 2007 - ore 3,50
- Mi trovavo comodamente distesa quando mi è arrivata la notizia, due squilli e poi tutto è diventato confuso, incerto e spaventosamente triste “La Macchina è caduta”.
Pensavo fosse uno scherzo ma il dubbio mi tormentava così in tutta fretta ho raggiunto Piazza S. Sisto.
Lo spettacolo che si è presentato davanti ai miei occhi e a quello di tutti i miei concittadini è stato terrificante.
La nostra Macchina che fino ad un'ora prima era lì, piena di sé, padrona della città, pronta per farsi ammirare nel suo splendore, simbolo della fede più assoluta dei Viterbesi, ora giaceva indifesa, addossata al quel campanile che per anni l'ha vista sollevarsi e sfilare tra la folla affascinata, rapita dalla sua bellezza e devota alla sua santa.
E' stato come ricevere uno schiaffo in pieno viso senza capirne il motivo, l'incredulità si mischiava al dispiacere più profondo.
C'era chi pregava, chi osservava ammutolito, chi cercava di dare la spiegazione più plausibile, chi si commuoveva e chi come me, (una giovane ventiseienne viterbese, che già dalla prime ore di lunedì mattina, quando la carovana di Ali di Luce arrivava a S. Sisto per il montaggio, avvertiva nell'aria il calore e la gioia per la festa della nostra Santa Padrona) osservava.
Ho osservato a lungo le espressioni e le emozioni dei volti. Cesarini, che correva da una parte all'altra per salvaguardare l'integrità della struttura.
Ascenzi che fotografava la sua creazione come se intorno a lui non ci fosse nient'altro che lei.
I facchini accorsi a dare il loro sostegno.
Il vescovo, il sindaco e poi i viterbesi tutti stretti intorno a lei come in un abbraccio.
In ogni viso però campeggiava la stessa espressione di speranza, speranza di vedere rinnovato il patto della città nei confronti della nostra S.Rosa, di poter ammirare ed emozionarsi dinnanzi ad Ali di Luce che spicca tra le vie di Viterbo e sentire quel batticuore che solo una frase può darti “Sollevate e fermi!”.
Per ora non resta che attendere e credere fortemente nella nostra piccola Rosa, che doni alla città che tanto la ama questo piccolo miracolo.
Per Viterbo e per i suoi cittadini …
Evviva S. Rosa!
Monica Cima
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