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Il porto di Civitavecchia
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- Cantiere dei mega-yacht il Pincio aveva votato contro. In ballo oltre mille posti di lavoro e già otto ordini per altrettanti yacht.
A marzo quando è arrivato il via libera del Comitato Portuale alla concessione per il cantiere dei mega-yacht, il Comune di Civitavecchia aveva votato contro. Durante la prima seduta del Comitato presieduta dal commissario dell’Autorità Portuale Francesco Lo Sardo, infatti il comune aveva detto no.
L’iniziativa, illustrata dal presidente della Privilege Yard, professor Serafino Gatti, era stata accolta favorevolmente da tutti i membri dell’organismo presenti a Molo Vespucci, tranne che dai Comuni di Gaeta e Civitavecchia, nell’occasione rappresentanti da due sub-commissari prefettizi.
La delegata del centro pontino aveva motivato il proprio parere negativo con l’impossibilità di valutare approfonditamente la documentazione relativa alla concessione prima della seduta di oggi, mentre il rappresentante del Pincio prima si era astenuto, poi aveva invece chiesto di verbalizzare il proprio voto contrario.
Una decisione che lasciava perplessi, viste anche le potenzialità occupazionali del progetto. Si parla, infatti, di un centinaio di posti diretti, con un indotto complessivo da oltre 1000 addetti.
L’iniziativa, in un primo momento, avrebbe dovuto svilupparsi a Gaeta, dove poi, essenzialmente per l’impossibilità di trovare un accordo ed un punto di equilibrio nell’ambito della cantieristica locale, è stato impossibile proseguire, tanto che anche il sindaco di Fiumicino Mario Canapini, come rimarcato in seguito, avrebbe volentieri «ospitato» il cantiere nel realizzando nuovo porto.
Una ipotesi, questa, accantonata per l’impossibilità di reperire un’area con una previsione di piano regolatore idonea, come è stato invece per Civitavecchia, nella zona della Mattonara alle spalle della darsena traghetti.
Insomma, un regalo insperato per la città, verso il quale il funzionario del ministero, di passaggio al Pincio, ha ritenuto di esprimere, a nome di Civitavecchia, un voto contrario, fortunatamente ininfluente.