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Riceviamo e pubblichiamo
- E’ evidente che in questi giorni stiamo assistendo ad una crisi al Comune di Viterbo che più che alla difesa del parlamentarismo e delle prerogative del consiglio comunale rispetto alla giunta ed al sindaco( cosa che come Liberali non potrebbe che trovarci d’accordo) è una “rivolta” indirizzata al far tornare il potere nelle mani dei partiti e dei loro leader a discapito della volontà popolare espressa con l’elezione diretta del sindaco.
Tale atteggiamento da parte delle forze politiche in campo, di maggioranza e di opposizione, ha tutto il sapore di una manovra neo democristiana, per far sì che anche nella amministrazione del Comune si ritorni a vecchi sistemi, ormai passati, per i quali dal nome del sindaco ad ogni altra questione le decisioni venivano prese nelle segreterie di partito.
È oggettivo infatti che i personaggi nonché primi attori della odierna crisi, da Gigli Udc al gruppo di Forza Italia ormai infarcito da ex democristiani (o addirittura ex Udc a partire dal suo capogruppo) per passare all’opposizione con la Margherita e la Lista Bruno, siano tutti esponenti,a nche un po’ attempati, non solo di quella che era la Balena Bianca negli anni ottanta ma anche di quel sistema di amministrare la cosa pubblica.
È piuttosto singolare notare infatti che, al di là del merito della crisi la questione Ztl, vi sia stata una improvvisa saldatura tra queste forze politiche ed i suoi esponenti indirizzata non solo contro il potere esecutivo (sindaco e giunta) ma soprattutto a favore di quel ruolo decisionale da parte delle segreterie di partito tipico della prima Repubblica e caratterizzato soprattutto dal completo disinteresse del ruolo dell’elettorato, delle scelte effettuate dallo stesso e dai vincoli di coalizione con contestuale rafforzamento delle proprie singole posizioni di partito, nel segno della più forte partitocrazia anni ottanta.
Infatti oggi come non mai i cambi di rotta dei partiti della maggioranza, il votare insieme all’opposizione di alcune parti di essa, abbinati ad innumerevoli cambi di casacca di esponenti degli stessi, fanno sì che si stia assistendo ad un tentativo di restaurazione di un vecchio sistema di governare che non vuole tenere conto degli elettori ma che mira a rafforzare i partiti ed i loro leader ed nel caso di specie anche, forse, alla creazione di un nuovo asse neo centrista che farebbe ricadere la città di Viterbo nel ancien regime democristiano, del quale credevamo di esserci liberati da tempo.
I riformatori Viterbo pertanto alla luce di quanto sopra invitano il sindaco a non cadere in questa trappola riassunta benissimo dall’espressione utilizzata da qualcuno in questi giorni “maggioranze variabili” che farebbe ripiombare Viterbo 30 anni indietro e riconsegnerebbe il potere sulla città nelle mani di chi per anni lo ha gestito dall’interno delle segreterie di partito e con metodi da prima Repubblica e che soprattutto non sarebbe assolutamente compresa dagli elettori che hanno scelto il centro destra per il Governo della città.
Lo spingiamo invece a continuare nell’opera di rilancio e rivalutazione di Viterbo attraverso quelle riforme e quei provvedimenti sia di carattere strutturale che amministrativo, che hanno portato negli ultimi dieci a anni ad una crescita non solo del Turismo e della Cultura nella città dei Papi ma anche e soprattutto all’accreditamento ed alla conoscenza della stessa come città d’arte anche al di fuori delle mura cittadine ed addirittura in contesti Internazionali.
Tale rilancio della città, è da tempo sotto gli occhi di tutti i cittadini, che, come sempre, sapranno valutarlo al momento opportuno così come è sotto gli occhi di tutti il tentativo di restaurazione messo in atto da alcune forze politiche e dai loro leader, di maggioranza e di opposizione, alle quali come già avvenuto nelle passate tornate elettorali, i viterbesi sapranno rispondere con l’arma più forte il voto popolare, al di là delle macchinazioni dei partiti, dei voltafaccia, degli interessi particulari e dei cambi di casacche.
Il presidente del Club Riformatori-PLI Viterbo
Giacomo Barelli