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Riceviamo e pubblichiamo
- La delibera di Giunta va revocata. Questo ha detto il Consiglio Comunale all’unanimità ed il sindaco, come recita lo statuto del Comune di Viterbo, che “dirige l’attività della Giunta mantenendo l’unità di indirizzo politico-amministrativo e assicurandone la rispondenza agli atti di indirizzo del Consiglio”, non può interpretare.
Nell’attuale quadro normativo è del tutto evidente che non può esistere “un conflitto” tra consiglio e sindaco/giunta.
Perché - se circoscritto a singoli provvedimenti è solo sana dialettica dell’assemblea elettiva, rispetto alla quale il sindaco non può evocare prerogative da podestà.
Se sistematico e permanente, invece, va risolto dal corpo elettorale, che nel voto assegna ruoli amministrativi e politici chiari.
Nel consiglio così com’è l’unica maggioranza diversa possibile è quella che chiama al voto i cittadini.
Depurata dalle valenze di “casus belli”, sulla questione Ztl ci pare opportuno chiarire qualche punto.
Abbiamo sottoscritto e sostenuto con 14 voti decisivi l’odg del 3 aprile perché riteniamo che la politica di valorizzazione del centro storico di cui un progetto di crescente pedonalizzazione è parte significativa ma assolutamente non esaustiva è cosa seria.
Come tale richiede programmazione, concertazione, risorse. Non si fa con gli editti, suscitando contrapposizioni di interessi e aspettative, col metodo dell’elastico.
L’estemporaneità produce effetti boomerang, per cui non si sposta di un millimetro in avanti la soluzione; tentativi velleitari si trasformano in cadute di credibilità, micidiali per attuazione di qualsiasi politica.
Prima la chiusura e poi le strutture o viceversa è come la favoletta dell’uovo o la gallina.
Quello che serve è condividere un obiettivo prioritario. Poi mettere in campo progressivamente quella pluralità di misure e di interventi utili, credibili e praticabili, quindi supportati dalle risorse necessarie, dalla strumentazione adeguata, dal coinvolgimento attivo e propositivo degli attori sociali ed istituzionali chiamati in causa.
Una politica quindi dai tempi lunghi certo ma la cui direzione ed efficacia è verificata coerentemente. Una politica mai iniziata da questa giunta , dalla maggioranza politica che governa la città da oltre 12 anni.
Quando e chi ci viene a dire adesso che serve una politica per il centro storico avendolo usato solo per inventarsi poltrone per assessorati fantasma non è credibile, faccia ammenda almeno.
Un Piano urbano del taffico, adottato già vecchio, e poi rimasto per gran parte lettera morta.
Un piano parcheggi inesistente, risalente al 1990.
Lo svuotamento di qualsiasi funzione pubblica e sociale nel centro storico incontrastato se non favorito.
Una scarsa cura per gli arredi, la pulizia, l’igiene , l’illuminazione, la vigilanza.
Nessuna politica di modulazione tributaria, di incentivazione normativa, di esonero tarriffario utile ad orientare investimenti e presenze nel centro storico.
Servizi di trasporto pubblico di cui nessuno si è mai posto di verificare congruità e efficacia in relazione ai bisogni dell’utenza e/o a servizio di una mobilità sostenibile nell’ambito urbano. Una mobilità interamente delegata al trasporto privato.
Contenitori pubblici abbandonati, a cominciare da quelli su cui sono stati investiti soldi pubblici (via dei Pellegrini, ex-Eca). Che fine ha fatto poi Palazzo Calabresi? C’è qualche idea per il recupero dell’ex-Ospedale degli Infermi, per l’immobile di Via San Pietro?
Perché non viene utilizzato l’immobile di Piazza San Carluccio? Chi si occupa di queste cose? perché procedono solo e speditamente i progetti di nuova edificazione in ogni angolo possibile e non si recupera mai niente?
Perché l’iter per la variante di piano regolatore generale è bloccato da oltre tre anni ?
Perché non abbiamo mai adottato il piano dell’urbanistica commerciale?
Come si fa ad adottare una nuova Ztl centrale quando quelle a corona istituite da anni vengono usate solo per fare cassa con le multe, quando si ha un rapporto lassista da gabellieri con la cittadinanza?
Perché s’è svuotato il centro di ogni attrattiva culturale, ricreativa, sociale e non esiste un tavolo di concertazione istituzionale, con le associazioni culturali, economiche per garantire programmi certi, ricorrenti, eventi di spessore che richiamino non solo i residenti ma diano sostanza ad un protagonismo turistico nazionale vero?
Perché, così preoccupati dell’inquinamento atmosferico, non posizionano centraline di rilevamento nei punti veramente sensibili della città?
Perche’, da subito, non si istituisce nei giorni festivi una vasta area pedonale?
Una politica c’è stata, quella di favorire il degrado del centro, perché le direttrici di sviluppo scelte erano altre. Non si possono salvare l’anima, invocare il soccorso “ecologico”, per un proclama.
Per questo non ci facciamo incantare.
I gruppi cosiliari di opposizione