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Bonatesta
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-“ Se a Viterbo la destra è quella rappresentata dal senatore Storace e dal sindaco Gabbianelli, allora è veramente il momento di costruire anche nel Viterbese un centro moderato alternativo alla sinistra, moderno sui programmi ma intransigente sui valori, come sollecitato da Pierferdinando Casini nel suo intervento conclusivo al Congresso nazionale dell’Udc. Il che, ovviamente, significa andare oltre l’Udc e non confluire in quest’ultimo”.
Michele Bonatesta fa sua la proposta del leader nazionale dell’Udc a quarantotto ore di distanza dalla conclusione del congresso romano dei neodemocristiani e ipotizza una verifica di fattibilità anche nel nostro territorio.
“ Mentre a livello nazionale il banco di prova sembra si voglia rimandare alle Europee del 2009 suggerisce l’ex senatore Bonatesta nella provincia di Viterbo si potrebbe iniziare a ragionare in questi termini già dalle prossime elezioni amministrative di maggio in preparazione delle quali la Cdl sta dando ampie dimostrazioni di essere sempre più frantumata al suo interno ove, a prevalere, sono la corsa all’acquisizione delle poltrone a livello individuale anziché l’individuazione di programmi moderni per la crescita del territorio e l’intransigenza sui valori dei quali, al contrario, sembra essersi persa ogni traccia.
E per capire quanto poco sia affidabile la destra di Storace e Gabbianelli (ma anche il centro del senatore Marini) prosegue l’ex parlamentare basta guardare a quanto sta avvenendo a Tarquinia e Montalto di Castro con i no coke e la battaglia da questi ultimi ingaggiata con il Governo per evitare la trasformazione a carbone della centrale elettrica di Civitavecchia.
Ma davvero possono essere Alleanza Nazionale e Forza Italia i paladini di chi si oppone al cosiddetto ‘carbone pulito’ o, dietro alla grande mobilitazione di amministratori locali della Cdl, c’è solo il timore da parte di qualche big e meno big di rimanere fuori gioco nella compilazione delle liste (e quindi nella individuazione dei candidati a sindaco)?
Ma davvero Alleanza Nazionale non ricorda chi appose la sua firma al decreto che oggi contesta con tanta veemenza?
E davvero Olmi non ricorda chi c’era alla guida della Regione quando quest’ultima non alzava un dito di protesta nei confronti del Governo dell’epoca che decretò la trasformazione?
Davvero gli esponenti viterbesi di Alleanza Nazionale non si accorgono che a Roma, al Senato, non c’è un solo esponente di questo partito che alza un dito a sostegno dei no coke?
E se Matteoli, Storace, Saporito, Augello, Gramazio, Allegrini non muovono un dito oggi come non lo mossero quando a governare era il centrodestra, ci sarà un qualche motivo? Ci sa spiegare, forse, Olmi oltre al silenzio di questi, il silenzio di Rampelli? E di Martinelli?
Ci sa spiegare come mai un fatto del genere non è stato portato anche all’attenzione di Bruxelles magari da Foglietta e Angelilli? Perché il camerata Olmi non porta i ‘camerati’ viterbesi a protestare anche in via della Scrofa? Fini da che parte sta?
Ed il senatore Marini sa dirci perché Tajani non vede non sente e non parla quando ‘sta’ in Europa adeguandosi al silenzio dei suoi colleghi azzurri di Montecitorio e Palazzo Madama, ‘nominati’ nel Lazio?
Forse perché sia a livello regionale che a livello nazionale chiede Bonatesta - An e Fi sono a favore del carbone per Civitavecchia? A che serve, allora, la sceneggiata intorno a quei poveracci che davvero credono nella battaglia che stanno facendo mettendo in discussione per primi la loro salute?
E non è che a sinistra le cose vadano differentemente. Avete mai sentito l’on. Sposetti ed il ministro Fioroni, sebbene più volte sollecitati a farlo proprio dal sottoscritto insiste Bonatesta dire la loro su questa vicenda? Non è forse vero che chi tace acconsente?
Ecco il motivo per cui conclude il leader di ‘Insieme per il territorio’ le amministrative di maggio potrebbero essere, nel Viterbese, il momento giusto per una verifica anticipata su un ‘centro’ alternativo alla sinistra.
Ad una sinistra che in questo momento sta dimostrando di non avere alcuna intenzione di occuparsi dei problemi del nostro territorio ma anche ad una destra che, su certi problemi, oggi non può essere credibile proprio perché in un passato recente gli stessi problemi li ha ignorati.”