Riceviamo e pubblichiamo -Illustre direttore,
crediamo sia utile informare l'opinione pubblica di un singolare caso avvenuto a Carbognano, dove un sindaco non esita (ultima di tante altre) ad intimare lo sfratto dal locale della sede sociale, ad una associazione della quale lui stesso è membro di diritto del consiglio direttivo e, non contento della restituzione delle chiavi, le fa causa.
Si tratta della Associazione Pro-loco di Carbognano, i cui membri eletti del consiglio direttivo e del collegio dei sindaci revisori, furono confermati nel 2001, anno in cui già amministrava l'attuale sindaco Fratoni Lanfranco.
Successivamente, per incompatibilità sopravvenute, il sindaco di Carbognano ha deciso la linea dura: oggetto della controversia i beni conservati nella sede della Pro-loco, striscioni, tavoli, panche, fornelli e gazebo e quanto necessita per allestire manifestazioni, quasi tutti acquistati con contributi pubblici, che la Pro-loco vuole lasciare, insieme alla sede, al comune e che il sindaco non vuole accettare, non si sa bene perché...
Difatti, le chiavi del locale sono state a suo tempo consegnate, ma invano, perché sono state poi restituite dal sindaco, in quanto il locale stesso non è stato sgomberato dagli oggetti e dai beni mobili sopra indicati.
Non solo, ma nel ricorso al giudice, il sindaco chiede pure i danni anche a se stesso, visto che è il membro più autorevole della associazione e quindi, come tale, responsabile solidale.
Non sappiamo se in materia esistono precedenti, ma crediamo sia opportuno chiedere il parere dei lettori in un caso che rivela così lungimiranti visioni politico-amministrative.
Gli ex membri del Consiglio Direttivo e del colleggio dei revisori della Pro-loco di Carbognano