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Riceviamo e pubblichiamo
- Il 25 aprile una data da riconsiderare.
Il 25 aprile del 1945 non fu una data che vide unito il popolo italiano; e certo il popolo Italiano non è ancora unito oggi, a più di sessanta anni da quella data.
Non c’e’ unione, né unità nazionale in quanto nei sessanta anni che sono seguiti a quella data non sono state considerate nel modo dovuto entrambe le fazioni in campo. E’ obbligo ricordare i vinti, e vale a dire coloro che furono militarmente sconfitti, dalle truppe degli eserciti “alleati”.
Gli appartenenti della Repubblica Sociale Italiana che lottarono e spesso morirono anche loro per la Patria!
Da quella data in poi si e’ narrata una storia esclusivamente di parte.
Una storia scritta solo da una fazione, che ovviamente non ha prodotto la verità.
E’ come fare una gara senza che una squadra possa presentarsi all’incontro, senza che un giocatore, mostri le proprie tesi, le proprie ragioni e le proprie verità.
Intere generazioni di studenti hanno studiato una storia che trattava della guerra civile e del dopo 25 aprile 1945 in maniera faziosa falsa e bugiarda!
Non c’e’ verità se a scrivere la storia e’ solo una parte o una fazione, se i politici e gli storici guardano la storia con gli occhiali della falsità politica e del comodo silenzio.
I risultati sono 60 anni di ipocrita e sciocco racconto di menzogne.
Menzogne sulla guerra civile, sul dopo 25 aprile e sui mesi che seguirono, e che videro accompagnarsi da una serie brutale di omicidi compiuti da “ignoti” ai danni di appartenenti al RSI o al defunto partito fascista.
L’Italia più che di un revisionismo storico ha bisogno di una narrazione veritiera della storia, e affinché la storia sia più vera possibile occorre che gli storici, i politici e tutti noi ascoltassimo entrambe le verità.
Il Movimento sociale fiamma tricolore invita tutti coloro che si apprestano a ricordare la “liberazione” a farlo in modo critico.
Sebbene sulla guerra sulla storia del ‘900 non è possibile una memoria veramente condivisa, adesso, a più di 60 anni da quella data, occorre un sano confronto, da parte di tutti, su quella che fu la guerra civile, (cosi occorre chiamarla), in modo da poter ottenere, la dove possibile, la conciliazione fra le varie componenti, figlie di quelle esistenti in quella primavera del 45.
Serve fare ciò adesso,e non aspettare che questo riavvicinamento sia dettato solo dal tempo che trascorre.
Invitiamo a farlo adesso prima che le generazioni in campo in quel 1945 e che gli ultimi di quei ragazzi, di entrambi gli schieramenti, vengano meno del tutto. Ci auguriamo che si faccia chiarezza sulla verità, cosi come si sta facendo negli ultimi anni per le “foibe”.
Un primo passo e’ sicuramente il mea culpa di quella componente politica “la sinistra” che da questa grande bugia ne ha tratti enormi benefici.
Solo alla sinistra, ed a tutti coloro che il 25 aprile si troveranno in piazza a ricordare la “liberazione”, spetta il duro e coraggioso, ma dovuto compito di riscrivere e correggere quelle pagine di storia. La sinistra e le sinistre superino una volta per tutte il loro “complesso del migliore”.
Una revisione della storia compiuta da destra sarebbe inutile in quanto ovvia!
Occorre che loro, prima della storia, riabilitino chi in quegli anni ha combattuto, con lo stesso valore, per la stessa Patria, per la quale combatterono le formazioni partigiane, vale a dire quei ragazzi che in quei mesi persero tutto, e che non furono risarciti da nemmeno una pagina di storia a loro dedicata.
Occorre riconsiderare la storia di quegli italiani che in quegli anni scelsero la Repubblica Sociale di Salò per combattere fino alla fine non solo per il fascismo di Mussolini, come molti usano pensare, ma soprattutto per un loro progetto di Patria, di Nazione, di Società.
Lo si deve a quei ragazzi, italiani, che tra le fila della decima Mas o tra le fila dell’esercito della repubblica di Salò, dopo aver trattato la resa con i capi partigiani, ed aver deposto le armi, venivano processati e giustiziati senza processo, senza colpa; ragazzi che appartengono alla storia d’Italia cosi come ci appartiene chi faceva parte delle formazioni partigiane.
La storiografia e la politica parlino di quella Italia che nell’aprile del 1945 nasceva dalla vergogna di Piazzale Loreto, indegna per un popolo che avrebbe avuto la pretesa di volersi civile e che invece rivelava la propria barbarie con assassini, nei mesi successivi il 25 aprile 1945, di italiani colpevoli solo di aver creduto nella stessa cosa in nome del quale i Partigiani ammazzavano. L’Italia!
Movimento sociale Fiamma tricolore