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Palazzo Gentili
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- Sciopero della fame del movimento No Coke a Tarquinia.
“Un gesto civile ed estremo da chi sente il dovere di dimostrare la sua contrarietà a un’opera che altera irrimediabilmente l’ambiente e l’economia del territorio”.
E’ il contenuto di un ordine del giorno di Bengasi Battisti (Sinistra Europea) in cui s’impegna il presidente della Provincia Mazzoli a recarsi a Tarquinia per incontrare i no coke in sciopero.
Oltre a: “Rivedere la valutazione d’impatto ambientale complessiva di tutti gli impianti del nostro territorio, richiedere l’istituzione di un registro delle leucemie e delle malattie polmonari gravi del nostro territorio, richiedere alla Asl uno studio epidemiologico delle allergie e malattie respiratorie nei bambini da zero a quattordici anni”.
Infine: “Domandare al presidente della Regione Lazio, la convocazione del tavolo della salute, nel quale sia invitato il movimento No Coke”.
Si apre la discussione sulla mozione relativa allo sciopero della fame dei No Coke a Tarquinia.
Santucci simbolicamente propone che il consiglio per un giorno aderisca allo sciopero della fame.
“Già fatto dice l’assessore Mauro Mazzola oggi e senza troppo clamore. Sono andato a fare visita alle persone che stanno manifestando e per solidarietà ho intrapreso quest’iniziativa”.
Battisti ritiene non opportuna la proposta di Santucci. “Non è un no precisa Battisti è solo per opportunità. Comunque si può andare lì e solidarizzare con loro”.
Cuzzoli (Fi) decide di astenersi. “La materia dell’energia sostiene è complessa. Le decisioni sono prese da chi è stato legittimato dal voto degli elettori. Si possono creare danni e rischio di bollette salate, per l’immobilismo determinato da Verdi e altri partiti e movimenti, sulla materia.
Sono mozioni che servono solo a fare propaganda elettorale da parte di chi le propone. Ne abbiamo votate a migliaia di mozioni simili. Risultati zero.
Come per la Cassia. A quest’ora doveva arrivare a Milano, con tutte le mozioni votate in Provincia. Il carbone fa male? Chi deve decidere decida per il no”.
Miccini (Rifondazione) propone la data in cui andare a Tarquinia: “Giovedì, perché venerdì devo andare a donare il sangue”.
Ma sul giorno, ognuno ha impegni, difficile trovare l’accordo. Grattarola stabilisce che sia il cinque aprile.
Al momento della votazione Cuzzoli esce, quindi passa all’unanimità.