Riceviamo e pubblichiamo
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Piazza San Lorenzo
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- Alle volte viene da pensar male, viene da pensare che i viterbesi non si meritino la città che Viterbo sta diventando: una città moderna, vitale, a misura d'uomo e di bambino, una città verde ed ecologica, una città dove è sempre più bello vivere, strade dove si può passeggiare, un centro storico che ci invidiano, una città universitaria, una città giovane e gioviale, una città aperta.
Non tutto è perfetto, tante sono le cose da fare, forse troppe, tante sono state le cose non fatte e che si potevano fare, ma i passi avanti che la città ha fatto in questi anni sono innegabili ed evidenti.
Una città normale, insomma, con un gioiello di quartiere medievale chiuso alle macchine come in qualsiasi altra città d’Italia.
Ma a Viterbo la normalità è un azzardo, c’è addirittura chi la chiama arroganza: e così all’idea semplice e coraggiosa del sindaco di creare un ztl a San Pellegrino hanno reagito in tanti, in troppi: i commercianti nella loro miopia che non gli fa vedere le infinite possibilità di sviluppo economico; i politici piccoli piccoli che gli tremano le gambe e prendono posizione dopo un paio di telefonate di protesta, conservatori rossi e neri che fanno fatica ad immaginare anche lo spostamento di un cassonetto.
E poi ci sono i silenzi, ancora più assordanti delle proteste: le associazioni ambientaliste che per onestà intellettuale dovrebbero invece appoggiare l’amministrazione comunale, alcuni giornali cittadini, il Messaggero in prima linea, che si presentano progressisti ma in realtà difendono la Viterbo immobile e democristiana degli anni Settanta.
Che pena, che tristezza per tutti questi codardi, impauriti da tutto ciò che oltrepassa la semplice amministrazione del quotidiano.
Via Marconi fa paura, l’aeroporto fa paura, il parcheggio al Sacrario fa paura, la piscina fa paura, la tangenziale, l’Arcionello fa paura… Eppur si muove.
Per fortuna la città sta cambiando lo stesso, nonostante tutti i viterbesi che rifiutano ogni accelerazione verso il futuro, che poi significa ricchezza e qualità della vita. Sembra non importare nulla. Viene così da chiedersi se c'è qualcuno a Viterbo che rimpiange la città di 20 anni fa: e purtroppo ci si risponde di si.
C'è veramente qualcuno che pensa che era meglio una città che, anche d'estate, chiudeva i battenti alle otto di sera.
Diciamolo: una città triste e spenta, un città in bianco e nero. Ecco quello che si meritano molti viterbesi che di fronte al nuovo continuano ad essere terrorizzati.
Allora lanciamo un appello al sindaco e all’amministrazione comunale. Salvate Viterbo dalle cancrena che vogliono i viterbesi. Non abbiate paura, non tornate indietro, proseguite sulla vostra strada. La chiusura di San Pellegrino è, semplicemente, una cosa giusta.
Comitato Viterbo Futura
Riceviamo e pubblichiamo - Gentile Redazione,soltanto ora ho avuto modo di leggere le proteste della Curia vescovile nelle parole del portavoce don Salvatore Del Ciuco.
Noto con dispiacere che a Viterbo persiste la mentalità del non cambiare mai nulla e che essa viene difesa con le argomentazioni più assurde.
"Non si riesce proprio a comprendere - si legge - l'accanimento mostrato dal Comune sul fatto di chiudere completamente al traffico 24 ore su 24 la zona del Colle del Duomo nonostante le ripetute richieste (sempre negate) di concedere almeno il permesso di sosta dalle ore 11 alle 12 dei giorni festivi per permettere l'accesso ai fedeli alla messa in cattedrale".
Credo che invece tutto sia lapalissiano: Piazza San Lorenzo è il complesso monumentale di maggior pregio di tutto il centro storico, insieme al quartiere di San Pellegrino, e quindi è fondamentale che sia lasciato libero dalle automobili per poter essere valorizzato e ammirato in tutta la sua bellezza da turisti e cittadini. Ancor più oggi che l'ospedale e la Asl sono stati completamente trasferiti e quindi non esiste più la necessità impellente di raggiungere il Colle in auto.
E per quanto riguarda la messa, essendo un frequentatore abituale della celebrazione domenicale delle ore 11, posso assicurare che ogni volta i fedeli sono numerosi (tra di loro vedo spesso anche l'assessore Zucchi, che quindi può confermare) e raggiungono il Duomo tutti a piedi.
"Non si riesce a far capire ai responsabili della città - continua l'articolo - che il Colle del Duomo, oltre che un monumento e meta turistica di primordine, è un centro abitato e vitale per la presenza di un seminario con degli abitanti stabili che non possono essere condannati dopo alle ore 20 agli arresti domiciliari".
Anche in questo caso la scelta del Comune di impedire l'accesso notturno è pienamente comprensibile: di notte, Piazza San Lorenzo diventava un parcheggio selvaggio, al pari di quanto avviene oggi in Piazza del Plebiscito e delle Erbe. La nuova illuminazione artistica della piazza perderebbe tutto il suo fascino se ogni angolo fosse occupato da macchine in sosta.
E se qualcuno della Curia o del Seminario si dimentica la chiave del dissuasore di cui dispone, cosa ci vogliamo fare? Anche io mi dimentico spesso il telecomando del cancello di casa mia, e allora? Fare cinquanta metri a piedi di notte a Viterbo centro non espone certo a grossi rischi!
Concludendo, la chiusura totale a circolazione e sosta in Piazza San Lorenzo è forse il provvedimento più azzeccato in materia di traffico che il Comune di Viterbo abbia mai preso negli ultimi anni.
Così come lo è stato "liberare" Piazza della Morte (sperando che prima o poi avvenga la stessa cosa anche per Piazza del Gesù).
Così come la nuova ZTL è una mossa coraggiosa per rendere più vivibile la nostra città. Invito l'Amministrazione ad andare avanti e soprattutto andare "oltre", con la realizzazione di parcheggi adeguati e un servizio più efficiente di trasporto pubblico, cioè le carenze maggiori da affrontare il più presto possibile.
Cordiali saluti
Francesco Mecucci
Riceviamo e pubblichiamo - Dopo la giornata di sabato e domenica passata nella disperazione e nell’incredulità della notizia della ventilata soluzione alla controversia sorta tra i commercianti e l’amministrazione per l’istituzione della ztl mediante la revoca del provvedimento, alcuni residenti della zona interessata, tra cui il sottoscritto, hanno incontrato alle 18, presso il comando della Polizia Municipale, il Sindaco, gli Assessori ed i consiglieri di maggioranza.
Nei giorni trascorsi si era letto, infatti, che un sedicente comitato di residenti, insieme ai commercianti, era favorevole alla abolizione del provvedimento di istituzione della ztl.
Dopo un tam-tam estemporaneo tra coloro che avevano manifestato la loro preoccupazione su tusciaweb e sul forum, è giunta la notizia di questa riunione informale alla presenza dell’amministrazione comunale.
Il sindaco ha ascoltato le ragioni degli intervenuti, tra cui in particolare due anziani residenti che hanno convintamente difeso le ragioni della chiusura al traffico, ed ha raccolto i suggerimenti per migliorare i servizi di supporto.
Ha anche ricevuto un appello sottoscritto da alcuni residenti di Via Chigi diretto ad evitare di rendere nuovamente la via, priva di esercizi commerciali, stretta e pericolosa, in una via di “scorrimento”, o, per meglio dire, in una scorciatoia.
A questo appello ha aderito spiritualmente il noto critico d’arte Achille Bonito Oliva, casualmente domenica in visita a Viterbo, il quale ci ha tenuto a sostenere le ragioni di coloro che vogliono rendere veramente vivibile questa ancora piccola porzione della zona medievale.
Speriamo che questa estemporanea testimonianza di “veri” residenti abbia incoraggiato il sindaco a mantenere un provvedimento giusto, intelligente e lungimirante.
In ogni caso, l’Amministrazione sappia che questi residenti sono fermamente determinati a sostenere pubblicamente le ragioni di questa posizione, per far sì che la decisione adottata costituisca un primo, serio, passo verso una nuova concezione di vivibilità del cuore storico della città
Auspichiamo infine che tutte le personalità che negli anni hanno lottato per difendere l’ambiente e l’arte di Viterbo facciano sentire la loro voce, per difendere un patrimonio di vita e di cultura.
Andrea Maria Felici