Riceviamo e pubblichiamo -
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Vista la risposta dell’assessore Muroni, che nega l’evidenza, le associazioni Arci e Montagna di Arvello intendono puntualizzare le procedure e la tempistica adottata per la richiesta della sala udienze dell’ex Corte d’Assise di Viterbo.
L’associazione Montagna di Avello ha richiesto, presso il funzionario da sempre preposto al rilascio delle autorizzazioni degli spazi comunali, l’ex tribunale in data 22 febbraio 2006.
In quella data l’associazione era stata rassicurata della disponibilità e della funzionalità dei locali che, da poco, erano stati anche set cinematografico.
La responsabile del suddetto ufficio ha inviato un fax alla segreteria dell’assessore Muroni in data 23 febbraio, secondo il calendario universalmente adottato.
Da quel 23 febbraio ad oggi, i responsabili dell’associazione hanno fatto visita agli uffici circa dieci volte, avendo sempre rassicurazioni circa la disponibilità dei locali, affermata telefonicamente anche dalla segreteria dell’assessore Muroni.
Solo quando l’associazione si recò presso la segreteria dell’assessore allora venne ad essa risposto che l’assessore Muroni non conosceva la pratica.
A quel punto venne comunicato che a breve sarebbe stata data una risposta, arrivata solo quando l’associazione è tornata una seconda volta a bussare all’ufficio di Muroni.
Per la pratica inoltrata dall'Arci Viterbo, che aveva visionato con i geometri comunali lo spazio verso la metà di marzo, la richiesta è stata fatta il 18 marzo presso lo stesso ufficio. Da lì in poi la richiesta ha avuto lo stesso percorso dell’altra pratica, per poi essere rigettata, solo telefonicamente, per una enigmatica “inutilizzabilità” dei locali che, stranamente, non era mai stata neppure ventilata da nessun funzionario comunale.
Ciò che ci interessa, aldilà della questione specifica, è rivendicare il diritto di spazi e luoghi per il pluralismo e le pratiche associative e culturali.
Sarebbe importante che Muroni rispondesse al problema, concreto ed evidente, della mancanza di spazi per la cultura e, all’input delle associazioni, agisse individuando nuovi luoghi per la cultura e la socialità e non chiudendosi a riccio.
E’ possibile che a Viterbo, città tanto evocata per l’arte e la cultura, il Comune è in grado di concedere soltanto due locali per le attività culturali? Ed è possibile che anche questi due soli locali talvolta, per oscuri motivi, non vengono concessi?
A questo dovrebbe rispondere Muroni.
Arci Viterbo
Associazione La Montagna di Arvello