- Altro che solo chiacchiere.
“Durante il consiglio provinciale aperto sui trasporti sostiene l’assessore competente Renzo Trappolini abbiamo fatto un enorme passo in avanti, una scelta ben precisa: puntare sulla mobilità come obiettivo primario di Palazzo Gentili, con la consapevolezza che da questo dipende anche il futuro della regione e dell’intero Paese”.
Una scelta che, per Trappolini, avrebbe incontrato il favore di tutta il parlamentino, “essendo stata approvata dalla maggioranza spiega , con la sola astensione della minoranza”.
La Trasversale Orte-Civitavecchia, l’acquisizione dei sedimi dell’intera tratta ferroviaria della Civitavecchia-Capranica-Orte da parte della Regione, la scelta dell’aeroporto viterbese come scalo civile e l’ampliamento della Cassia da Monterosi al capoluogo. Questi i quattro traguardi che la Provincia si è posta.
Con una forte presa di coscienza: la rete stradale e ferroviaria del Viterbese è lo snodo attraverso cui passa lo sviluppo non solo locale ma nazionale. Perché la Tuscia, per la sua posizione geografica, è un po’ come l’ombelico d’Italia.
E’ quanto sostiene l’assessore ai Trasporti di Palazzo Gentili e quanto ribadito dal documento approvato dal consesso di lunedì.
“Il sistema dei trasporti interno alla provincia di Viterbo sostiene Trappolini è strategico per il Paese, sia in riferimento ai flussi di mobilità di persone e merci dal Tirreno all’Adriatico, sia per i collegamenti con il corridoio tirrenico. Ma anche tenuto conto degli investimenti in atto sul porto di Civitavecchia, nonché del servizio che quest’ultimo può assicurare alle regioni dell’Italia centrale, in particolare Umbria, Toscana e Marche”.
Realizzare le opere messe in agenda da Palazzo Gentili è anche “essenziale nel quadro del riequilibrio territoriale del Lazio - continua Trappolini - con particolare riferimento ai flussi da e verso la capitale, punto di richiamo per circa un milione di pendolari al giorno, al fine di recuperare l’attrattiva residenziale dei piccoli comuni, in particolare di quelli della fascia al confine con la provincia romana”.
Non ultimo, il sistema dei trasporti della Tuscia potrebbe essere “funzionale, sia per le infrastrutture in essere che per quelle da completare o adeguare, al raggiungimento dell’obiettivo di una razionale integrazione tra le reti stradali, su ferro e aeree”.
Un modo, quest’ultimo, anche per tutelare i pendolari, “da considerare come clienti-consumatori e quindi soggetti del diritto a un trasporto confortevole, regolare e dedicato, per garantire sicurezza e qualità dei servizi sull’intera articolazione viaria”.
Altra scelta presa nel corso del consiglio, quella di “potenziare il rapporto dialettico con i Comitati dei pendolari prosegue Trappolini -, per poi porci da tramite con le aziende proprietarie, il Governo e la Regione, attuando forme organizzative interne di monitoraggio per il potenziamento di tutte le reti ferroviarie esistenti sul territorio, tenendo in debita considerazione sia le linee interne che quelle litoranee”.
“Affermare quindi che nel consiglio di lunedì ci si è limitati a elargire fiumi di parole -conclude Trappolini è decisamente riduttivo.
Le priorità scelte durante quell’assemblea, infatti, riguardano non solo il futuro del Viterbese, ma anche quello della Regione e dell’Italia.
Naturalmente ciò significa tenere alta la guardia e aprire insieme con l’Umbria, e magari anche con le Marche, una vertenza dei trasporti dell’Italia centrale”.