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Il Pincio
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Riceviamo e pubblichiamo
- Va in scena una vertenza sul potere da gestire, una partita esclusiva fra alcuni partiti o cartelli di partiti. Per questa sola ragione è umiliato il contributo dei due personaggi che appena ieri interpretavano le aspirazioni delle diverse anime del centrosinistra e sono tenute fuori le consistenti realtà che ad essi fanno riferimento, colpevoli di parlare di rinnovamento.
Noi Verdi siamo nell’Unione se e in quanto essa può esistere.
Le nostre “proposte inevitabili” le abbiamo presentate prima al tavolo e solamente dopo alla stampa, in ciò agendo in modo trasparente.
Al primo posto abbiamo indicato proprio la necessità di chiarire alla città il senso della ritrovata Unione, un senso che non può davvero esaurirsi nella necessità di lottizzare il potere.
C’è poi la proposta di indicare preventivamente i criteri che presiederanno alla formazione delle candidature e specialmente all’indicazione del candidato sindaco e della sua squadra.
Quello che vediamo invece è che già si calcolano le opportunità partitiche, si allude ad accordi preventivi, si alzano veti secondo convenienze singole e opportunità del momento.
Addirittura giochi ambigui si annunciano su tavoli diversi e molteplici, magari all’ombra del signore del porto o nelle cene trasversali nelle quali è bene che il cittadino non metta il naso.
Non vogliamo imporre nulla a nessuno, tuttavia aspettiamo ragionamenti concreti sui veri interessi della città e la cessazione dei veti contrapposti.
L’Unione riconosca il pieno diritto di soggetti politici già attivi al suo interno anche sotto il profilo elettorale e al più presto si apra a contributi politici che già stanno arrivando ed ancora arriveranno dalle associazioni ad essa vicine, dai movimenti, dai militanti non tesserati, dal mondo economico, dai lavoratori, in una parola dalla ricca galassia del centrosinistra che opera nella comunità cittadina.
I Verdi di Civitavecchia