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Riceviamo e pubblichiamo
- Negli ultimi giorni, su giornali e giornalini, si è intensificato il numero di interventi riguardanti le prossime elezioni amministrative.
Molti di questi hanno un denominatore comune: dire che il centrosinistra ancora non ha resa manifesta la propria squadra e il programma.
Giusto, ma molti di questi acuti osservatori sono proprio coloro che dovrebbero rappresentare l’alternativa a Giulivi e che, invece di parlare di politica (fatti, programmi, ideali), si limitano a spettegolare, con il solo risultato di dare ancora più forza al nostro avversario.
Dobbiamo ricercare l’unità, essere trasparenti nelle decisioni, coinvolgere la cittadinanza, dimostrare di essere affidabili per ciò che proponiamo e per chi candidiamo.
Nel centrodestra la corsa ai voti è già iniziata da tempo, si promette (tanto!) e si sbandierano i risultati di questi cinque anni di “buon governo”, fondati a loro dire sull’efficienza e sulle opere pubbliche realizzate.
Ma se si va a considerarle nell’insieme rispetto ai bisogni reali della cittadinanza, emergono con chiarezza lacune, ritardi nell’esecuzione, inadempienze più o meno gravi. Qualche esempio può aiutarci nel ragionamento.
La predisposizione del Nuovo Piano Regolatore, che la giunta precedente aveva assegnato con appalto allo Studio Benevolo, con indiscusse capacità e competenze, è stato prontamente revocato ed assegnato agli uffici comunali; il risultato è che ancora non è stato portato in discussione e, cosa ancor più grave, si continua ad operare privi di un’idea generale di come vorremmo sviluppare la nostra bella città.
L’illuminazione della strada di Porto Clementino fino al cavalcavia della stazione è in fase di realizzazione, i lavori per il rifacimento delle scale di Piazza Belvedere (crollate tre anni fa!) dovrebbero iniziare a giorni, l’impalcatura che copriva la facciata del teatro S.Marco è stata smontata la scorsa settimana, eppure tutte queste opere avrebbero dovuto avere compimento prima di altre, come la costruzione di alcune rotatorie, per le quali nessuno ne ravvisava l’urgenza.
L’incuria della manutenzione dei giardini e degli spazi giochi per i bambini è sotto gli occhi di tutti, mentre neanche un cane è mai riuscito a passeggiare nel costosissimo parco costruito di fronte ad Alicar.
E poi il parcheggio fantasma fuori della Necropoli, la biblioteca abbandonata a se stessa, la mancata apertura pomeridiana degli uffici comunali, il sito internet del Comune “aggiornato” al 2003, l’improvvisazione e l’indisponenza nella chiusura del centro storico, l’istituzione dei parcheggi a pagamento fuori dell’ospedale e alla Barriera S.Giusto, anche di domenica e senza riservarne una quota come parcheggio libero, ecc.
L’analisi potrebbe continuare a lungo, ma il vero problema è che questa destra che ha governato Tarquinia ha gestito la cosa pubblica come se fosse propria, ha trattato i cittadini come sciocchi e ha rifiutato sistematicamente qualsiasi forma di dialogo, di confronto e di controllo.
Senza dimenticare, infine, di come ha creato e gestito la Multiservizi S.p.A., che ora più che mai rappresenta il braccio operativo del Comune, difficile da controllare nelle iniziative che intraprende e nelle spese che effettua.
Non credo quindi che si possa parlare di un governo della città efficiente, ma se anche qualcuno continuasse a propagandare questa assurdità io mi domanderei se tutto ciò valga per rinunciare alla libertà, al diritto di parola, alla correttezza; in poche parole, se in cambio di una pagnotta valga la pena decidere di avere ancora un podestà al posto di un sindaco.
Dante avrebbe commentato la ricandidatura di Giulivi con queste parole “Non impedir lo suo fatale andare: vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare”.
Daniele Scalet
Consigliere comunale dei Ds