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Antonio Delli Iaconi
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- Coltivare girasoli per raccogliere energia.
Succede, quando industriali e coltivatori si mettono insieme e decidono di fondare la Enerverde srl, società che ha come padri Confindustria e Coldiretti di Viterbo.
Obiettivo, produrre energia e calore a basso impatto, con ricadute positive anche in termini economici e occupazionali.
Attraverso piccoli impianti alimentati a olio vegetale, con motore diesel sul modello di quelli utilizzati per le imbarcazioni, capaci di generare da 5000 a 7000 megawatt, con un rilascio d’inquinanti nell’ambiente, pari a quello d’un normale impianto termico in un centro commerciale.
L’accordo è stato sottoscritto, la progettazione è in fase avanzata e stamani è stato ufficializzato in Camera di Commercio, con il presidente Ferindo Palombella a fare gli onori di casa, Antonio Delli Iaconi (direttore Industriali e presidente Enerverde), Primo Michelini (presidente Coldiretti) e (Leonardo Giovanetti direttore Coldiretti).
“Imprese industriali e agricole dice Delli Iaconi collaborano a un progetto per valorizzare la filiera biologica. Siamo già a buon punto e presto presenteremo in Provincia l’impianto pilota che dovrà essere approvato e che corrisponde alla vocazione del territorio. Stiamo studiando dove collocarlo. Per gli imprenditori rappresenta anche un’occasione di produrre reddito”.
Industriali e agricoli.
“E’ un modo anche per dare più opportunità in agricoltura sostiene Michelini un valore aggiunto che resta in provincia. Oggi un ettaro di terreno coltivato a girasole vale 300 euro, ma se si produce olio, la redditività sale a 600 euro e a 700, per l’energia. In questo modo, s’invoglia a produrre”.
Invertendo una tendenza.
“In un anno spiega Giovanetti i seminativi sono passati da 50mila a 25mila. Se il progetto decolla, si può pensare anche di lavorare i girasoli coltivati anche fuori Viterbo”.
Direttamente dalla terra all’impianto, trasformando i semi di girasole in olio.
“Noi puntiamo a questo sottolinea Michelini l’importante è partire. Se inizialmente non dovessimo essere pronti, la trasformazione la faremo all’esterno, ma puntiamo a chiudere la filiera, con la società che si occupa di tutti i passaggi”.
L’energia prodotta sarà messa in rete, quindi non ha molta importanza dove saranno gli impianti, mentre il calore sarà possibile utilizzarlo solo in un’area circoscritta.
“Per le imprese che fanno parte di Enerverde ricorda Delli Iaconi c’è anche il vantaggio di ottenere energia a un prezzo inferiore rispetto a quello di vendita e questo consente un ulteriore risparmio, oltre a quello già ottenuto dal consorzio Tusciaenergia, nato sei anni fa e che ha consentito di ottenere riduzioni sui costi energetici dal 6 al 13 per cento”.
Con uno sguardo sempre all’ambiente. “Le emissioni saranno modeste spiega Curti, ingegnere della società perché nei fumi è presente solo ossido d’azoto, che però è abbattuto dai filtri. Ha lo stesso tipo d’impatto d’un grosso impianto termico”.
Soddisfatto, Ferindo Palombella.
“Finalmente sostiene si pensa a consumare meno e meglio, consumando altro. E’ importante che due associazioni di categoria si mettano insieme per dare vita a un progetto di tale portata”.