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Antonio Delli Iaconi
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- Distretto industriale di Civita castellana, per ora solo chiacchiere.
Il direttore di Confindustria Antonio Delli Iaconi, non lo dice esplicitamente ma lo fa capire.
“Credo - spiega - che sia opportuno lasciare da parte i trionfalismi e darsi da fare per raggiungere risultati concreti. La verità è che abbiamo tutto da costruire. Invece di fare incontri su risultati, che devono ancora arrivare, mi sembra più saggio darsi da fare per raggiungerli i risultati”.
Ma lo “storico” accordo del 31 gennaio al ministero per lo sviluppo economico su Civita castellana porterà questi risultati.
“Gli aspetti positivi del protocollo sono stati ampiamente illustrati da parte di molti. Io voglio invece sottolineare che per tradurre in risultati concreti gli impegni contenuti nell'accordo, è necessario lavorare subito e bene”.
A chi si riferisce?
“In primo luogo sono le imprese e le loro rappresentanze che devono individuare i progetti di investimento. Gli enti locali da parte loro debbono accompagnare questo sforzo e tradurre tutti i progetti in un armonico disegno di sviluppo. E’ molto importante che sia stato individuato il Centro ceramica come soggetto di raccordo nel territorio fra le imprese e gli enti pubblici.
Ma sul ruolo del Centro ceramico ci sono state polemiche?
“Mi sembra di no. Del resto i fatti hanno dato ragione a quanti hanno lavorato per la sopravvivenza del centro anche negli anni difficili in cui la possibilità di un persistente rapporto di fiducia fra sistema delle imprese e settore pubblico è stata messa a dura prova”.
A chi si riferisce?
“Ad esempio alle imprese di Confindustria in primo luogo, la Camera di commercio ed il comune di Civita castellana per quanto riguarda il pubblico”.
Come si evolverà l'attuazione del protocollo?
Entro quattro mesi dalla stipula (ne è già passato uno) la Regione dovrà presentare un progetto definitivo, naturalmente raccogliendo le indicazioni delle imprese e del territorio.
Tale progetto potrà trovare il finanziamento previsto nell'ultima legge finanziaria a favore dei distretti.
Contemporaneamente si dovrebbe pervenire al riconoscimento dello stato di crisi (anche se questo non è dato per certo nell'accordo) che consentirebbe di applicare nel comprensorio del distretto la legge sulla riconversione industriale.
Da qui, insomma, possono venire le azioni per attirare nuovi insediamenti produttivi al fine soprattutto di dare una nuova occupazione ai lavoratori, soprattutto donne, che sono stati espulsi dal settore delle stoviglierie”.
A che punto è questa progettazione?
“Le imprese ed il Centro ceramica possiedono già un pacchetto di progetti che riguardano l'innovazione di processo e di prodotto, l'internazionalizzazione, lo sviluppo della qualità, la formazione ed il rapporto con l'ambiente. Lavorando su questo si può pervenire ad un programma armonico capace di raggiungere gli obiettivi di sviluppo contenuti nel protocollo di intesa”.
Oggi a Civita castellana si tengono iniziative relative all'accordo col governo, con la presenza di politici a livello nazionale e regionale.
“E’ legittimo il desiderio della politica di valorizzare le cose fatte. E’ legittimo anche il bisogno del sindacato di essere vicino ai lavoratori duramente provati dalla crisi.
Per quanto riguarda le imprese però è preferibile continuare a lavorare per tradurre i progetti in azioni concrete. Solo a questo punto si potrà dire che qualcosa di buono è stato fatto. Per quanto ci riguarda abbiamo scelto di arrivare ad un confronto con gli amministratori locali e regionali solo sulla base di proposte operative concrete”.
Ma nel protocollo si parla di cose già fatte, per esempio due milioni di euro per il distretto ceramico di Civita castellana?
“Questo è lo stanziamento ordinario della legge regionale sui distretti. Due milioni di euro rappresentano appena il 25% dello stanziamento regionale complessivo.
Civita castellana e' l'unico vero distretto industriale del Lazio. Se la regione intende rispettare l'impegno di priorità assunto con il protocollo, la proporzione tra la disponibilità totale e la quota assegnata a Civita castellana deve cambiare di molto”.
Da quello che lei dice si capisce che ancora molto c’è da fare per raggiungere risultati concreti. Ma per dirne una il riconoscimento dello stato di crisi è un dato di fatto.
“Beh, veramente no. Per ora non c’è stato nessun riconoscimento. C’è solo un impegno del governo a proporlo, ma nulla di concreto”.