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Michele Bonatesta
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- “I cartelli con i quali, da sempre, si avvisano gli automobilisti che il parcheggio di piazza della Rocca è a pagamento erano coperti con un sacco dei rifiuti nero ed un altro cartello avvisava che, per la giornata di domenica 25 febbraio, vi era il divieto assoluto di sosta su tutta la piazza (pioggia permettendo, sarebbero dovuti passare i carri allegorici). Ma le macchinette per il pagamento del ticket erano perfettamente funzionanti”.
A fare la “denuncia” è il presidente del Movimento “Insieme per il territorio”, Michele Bonatesta.
“Ancora una volta commenta l’ex senatore il sindaco Gabbianelli non ha saputo resistere alla tentazione di “fare cassa” a spese degli automobilisti facendo affidamento sulla loro distrazione o, peggio ancora, sulla loro buona fede.
E sì, perché , sapendo che in piazza della Rocca vi è da tempo immemorabile la sosta oraria a pagamento, a nessuno (o quasi) viene in mente di controllare (ogni volta che deve parcheggiare l’auto) se magari proprio quel giorno non vi sia l’obbligo del ticket.
Fatto sta prosegue l’ex parlamentare che per almeno un paio di giorni tutti (o quasi) hanno continuato a pagare regolarmente almeno un euro per la sosta pur non essendo dovuto nulla. Sarebbe bastato sottolinea Bonatesta disattivare anche le macchinette per il rilascio del ticket e nessun automobilista si sarebbe sentito preso per i fondelli dall’amministrazione comunale.
Tutti (o quasi) hanno continuato a staccare i ticket dopo aver parcheggiato l’auto e, grazie alla buona fede carpita ai viterbesi, oggi le casse comunali sono più ricche di qualche decina di euro con i quali, forse, si potrà comprare qualche piantina in più per il “boulevard” Marconi, in sostituzione di quelle che, periodicamente, vengono asportate da chi pensa possano fare più bella figura sul proprio balcone di casa.
Sono piccoli espedienti che non fanno certo onore ai nostri amministratori. Sarebbe bastato ascoltare i commenti di quegli automobilisti che, dopo aver ritirato il ticket per la sosta, accortisi che l’obolo non era dovuto, rivolgevano al sindaco Gabbianelli ed ai vari amministratori di Palazzo dei Priori. Il più gentile era: questi furbetti si dovrebbero vergognare! Si può dare loro torto?”.