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Il Gruppo Interdisciplinare di Ricerca applicata alle Acque (GIRA) si è costituito lo scorso mese di novembre allo scopo di proporsi come soggetto tecnico-scientifico per lo studio e la risoluzione di problematiche inerenti il ciclo dell’acqua.
Il professor Canganella, Ordinario di Microbiologia presso il DABAC, è il Coordinatore del Gruppo di studiosi, la cui attenzione è rivolta agli ambienti acquatici, sia marini che terrestri, nonché agli ambienti di transizione, attraverso un approccio sia teorico che applicativo.
Grazie agli anni di esperienza maturati nel settore dalle varie Unità, il GIRA si avvale di numerosi ricercatori, ed è in grado di affiancare alle attività di laboratorio e ricerca anche rilevamenti e campionamenti, terrestri e subacquei. Ciò al fine di creare le necessarie sinergie per una proficua attività tecnico-scientifica e concorrere alla costituzione di una massa critica in grado di proporsi quale riferimento affidabile per futuri progetti e iniziative di studio in ambito locale, nazionale e internazionale.
Il Gruppo si compone di otto Unità di Ricerca, i cui Responsabili sono: Microbiologia agraria e ambientale Francesco Canganella, Microbiologia del suolo Elena Di Mattia, Geologia Ugo Chiocchini, Idrogeologia Vincenzo Piscopo, Ecologia Giuseppe Nascetti, Chimica ambientale Vittorio Vinciguerra, Microscopia elettronica Anna Maria Fausto, Chimica farmaceutica Fedele Manna
La complessità della questione riguardante il monitoraggio e la tutela delle acque richiede oggi un intervento multidisciplinare, che sia in grado di valutare ogni variabile ed agire sulle componenti chimiche, geologiche e biologiche del sistema.
Ciò è vero sia per le acque destinate agli usi umani (civile, agricolo e industriale), che per quelle caratterizzanti gli ambienti naturali.
Il legame con il territorio impone di considerare la risorsa acqua come bene pubblico da tutelare attraverso contributi innovativi e allo stesso tempo da ottimizzare grazie ad una auspicabile collaborazione con gli Enti Locali, al fine di valorizzarne le caratteristiche e razionalizzarne gli impieghi nei diversi settori.
Oltretutto, le sempre più frequenti emergenze ambientali (inquinamento dei suoli e contaminazione delle acque, fenomeni legati ai mutamenti climatici come alluvioni, siccità e dissesti idrogeologici in generale) richiedono ormai anche a livello locale competenze specifiche non facilmente reperibili nell’ambito degli Enti Gestori, ma usualmente presenti all’interno dell’Università.
Ecco allora che ritrova importanza il dialogo tra gli Enti che operano sul territorio, in un’ottica di collaborazione e aggiornamento di medio-lungo periodo, che porti ad una corretta gestione delle problematiche ambientali, ma anche ad una solida formazione dei tecnici e dei dirigenti di domani.