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La protesta dei cantieristi
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Riceviamo e pubblichiamo
- Le polemiche rispetto alla stabilizzazione e la mobilitazione dei cantieristi presso la Provincia, toccano un tema che è solo la punta dell’iceberg del precariato nel viterbese.
Questo ente, con giunte di destra e di sinistra, ha fatto un uso esteso, per non dire politico, di tutte le forme di lavoro atipico, spesso con il consenso o il disinteresse di Cgil, Cisl e Uil, che hanno permesso, in nome di una “moderna flessibilità” l’approvazione della famigerata legge 30 prima, ed il suo abuso poi, causando danni irreparabili ad una intera generazione di giovani che lavoreranno sino alla soglia della quiescenza senza diritti e senza sicurezza alcuna e si ritroveranno poi con pochi spiccioli per tirare avanti.
Ricordiamo i LSU, da anni in forza presso l’ente, i Co.Co.Co. per i progetti europei e non solo, che hanno prestato ore di lavoro in cambio talvolta di salari simbolici, ( tranne alcune figure ben remunerate e “ben raccomandate”?), i lavoratori interinali ed ovviamente i cantieristi.
A questi lavoratori, senza speranza, senza diritti, contrattualmente deboli, spesso sono stati affidati interi servizi, il più delle volte svolgendo mansioni nettamente superiori al loro inquadramento, con il miraggio, del politico o sindacalista di turno, di una stabilizzazione che non è mai arrivata.
La Rdb (Rappresentanze sindacali di base) CUB da più di un decennio ha individuato il precariato come una anomalia nel mondo del lavoro e sta portando avanti una campagna di lotta per far scomparire questa strisciante e moderna forma di schiavitù.
Schiavitù dei sentimenti, (non si riesce a metter su “famiglia” ne pensare di fare un figlio senza la certezza di uno stipendio), della dignità, (si resta a casa ed a “carico” dei propri genitori oltre i 30 anni di età come “eterni bambinoni”), della tristezza, (dare instabilità ai nostri figli significa impedirgli di sognare, di sperare, di maturare).
Come può un giovane credere nelle istituzioni se anche il primo articolo della nostra Costituzione è disatteso? “ L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro” sì ma quale? Quello precario?
La Rdb ha presentato nell’estate 2006, un disegno di legge di iniziativa popolare per la stabilizzazione di tutti i lavoratori precari delle pubbliche amministrazioni, ed è stata la promotrice dell’emendamento, migliorativo sui precari alla finanziaria, presentato dal Senatore Salvi.
Gli strumenti legislativi ci sono, si può dire lo stesso della volontà politica sia della Provincia, ma anche del Comune capoluogo e delle altre amministrazioni locali?
La RdB ha proposte serie e concrete per risolvere il problema precari in provincia senza perdere nemmeno un posto di lavoro:
1° Proroga di tutti i cantieri scuola e dei LSU della Provincia fino al 31 dicembre 2007, al fine di poter utilizzare per la stabilizzazione le risorse derivanti dal turn over 2006/2007/2008 e di omogeneizzare le scadenze di tutti i lavoratori interessati.
2° trasformazione di tutti i contratti dei cantieri scuola e LSU a tempo indeterminato verificando la possibilità di applicazione di contratti full time utilizzando: turn over, risparmi di gestione, quanto disposto dalla legge 296 del 27/12/2006 (finanziaria 2007) dai commi 557/8, 560/1/2, 1156, e 1166, altrimenti applicando inizialmente il part time prevedendo un piano triennale per il completamento dell’orario di lavoro dei soggetti in questione anche con l’utilizzo del turn over 2009/10/11.
Risolvere il problema del precariato deve essere interesse primario della Provincia e dei lavoratori “stabili” costretti a convivere con una cronica carenza di organico.
La proposta delle Rdb è l’unica che tiene insieme i lavoratori evitando che si aprano contenziosi legali infiniti tra categorie di precari e, all’interno delle stesse, tra chi affoga e chi si salva.
Chiediamo all’amministrazione provinciale un primo tangibile atto politico che dimostri la volontà di risolvere questo problema e cioè di inserire i lavoratori precari nel piano triennale del fabbisogno e nella pianta organica dell’ente, primo requisito necessario per la futura stabilizzazione.
Sappiamo che l’amministrazione provinciale ha avviato con le organizzazioni sindacali confederali la discussione sulla nuova pianta organica, un argomento che investe i servizi alla cittadinanza, la qualità e la quantità di lavoro di ogni dipendente e le prospettive professionali dei lavoratori, di questa discussione se ne intravedono solo le “tracce”, rimane sotterranea, come se potesse essere riservata a pochi addetti, amministratori o sindacalisti che siano.
Le Rdb ritengono scandaloso che i lavoratori non siano informati e non abbiano diritto di parola in questo processo, Cgil, Cisl e Uil hanno il dovere di illustrare le proposte, le prospettive su cui vanno a trattare.
Sappiamo bene che il possesso delle informazioni è sinonimo di “potere” in certi ambienti, le Rdb chiedono invece che ci sia la partecipazione di tutti i lavoratori precari e stabili e che si agisca con la massima trasparenza.
Ai vertici dell’amministrazione provinciale chiediamo di farsi carico, come più volte affermato, di condividere con i lavoratori tutte le ipotesi su cui si sta trattando praticando la più ampia informazione.
RdB CUB Viterbo
Lino Rocchi Sergio De Paola