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Giuseppe Aloisio
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Una realtà di eccellenza in grado di competere, senza sfigurare, con le più virtuose regioni del Nord Italia. I dati 2006 relativi alla raccolta del sangue e del plasma nella Tuscia testimoniano un trend in forte crescita, decisamente in controtendenza rispetto alla media regionale.
Sono, infatti, oltre 13mila le donazioni effettuate, con una percentuale del 4,54% di popolazione raggiunta.
Un coefficiente che si attesta tra i più alti del Lazio e che supera il 4% individuato come livello necessario di autosufficienza da parte dell’Organizzazione mondiale della sanità.
Negli ultimi 24 anni, inoltre, in tutto il Viterbese sono state effettuate 285.801 donazioni di sangue.
A commentare questi risultati eccezionali il direttore generale della Asl, Giuseppe Aloisio, il presidente provinciale dell’Avis, Renato Leoncini, e il dirigente del servizio Immunopatologia e trasfusionale della Asl di Viterbo, Luca Pierelli, in una conferenza stampa che si è tenuta questa mattina presso la sede provinciale dell’Avis di Via Cardarelli.
“Abbiamo iniziato questa meravigliosa esperienza ha detto Leoncini nel lontano 1973. I primi tempi sono stati drammatici, basti pensare che nei casi più urgenti eravamo costretti a chiamare i donatori anche di notte. Ma oggi possiamo essere orgogliosi di quanto siamo riusciti a ottenere.
Nel 1973 la media dei flaconi raccolti era di 189 l’anno, nel 2006 è stata di 1452. E ancora: nel decennio 1993 - 2002 sono state fatte oltre 113mila donazioni di sangue, mentre nei soli 4 anni successivi si è già raggiunta la quota 48.189. Questo significa che, verosimilmente, nel 2012 arriveremo alle 130mila donazioni in un decennio”.
Il merito va tutto alla grande sensibilità delle nostre popolazioni, ma anche all’organizzazione dell’Avis radicata nel territorio con le sue 62 sezioni e con i vari gruppi, come quello dei Facchini di Santa Rosa.
“Il salto di qualità ha aggiunto Leoncini è avvenuto col decentramento tramite il servizio di autoemoteca e grazie alle sale prelievi allestite in ogni Comune. I nostri donatori non sono stati mai remunerati, noi però abbiamo sentito il dovere di rendere più accessibile il loro gesto civico facendo sì che fosse possibile donare a casa loro”.
Dati incoraggianti anche per quanto riguarda la raccolta del plasma iniziata nel 1990 e che, in sedici anni, ha raggiunto il traguardo di oltre 8.500 donazioni. Per quanto riguarda gli obiettivi ancora da centrare, Leoncini ha annunciato: “Abbiamo diviso il territorio in cinque distretti, che poi sono gli stessi della Asl di Viterbo.
L’intento è quello di creare un centro prelievi in ogni distretto. A Tarquinia, ad esempio, il centro è già operativo e funziona molto bene. Con questa decisione speriamo di arrivare alle 15mila unità prelevate in un anno”.
Anche il direttore del centro trasfusionale non ha nascosto la propria soddisfazione: “La nostra struttura ha detto Pierelli - è tra le più moderne e attrezzate del Centro Italia. Anche la qualità del sangue raccolto è eccellente in quanto il 95% dei donatori proviene dall’Avis e quindi si tratta di persone controllate e sicure. La Regione si aspetta da noi ancora dei miglioramenti, ma si tratta di incrementare dei risultati già di eccellenza”.
La conclusione dell’incontro è spettata al direttore generale, Aloisio. “Nel ringraziare ha esordito tutti i donatori della nostra provincia, mi limito a osservare che il nostro è un sistema da esportare. Siamo all’avanguardia per quanto riguarda l’organizzazione capillare sul territorio. Superarci sarà difficile anche se conosco la generosità e lo spirito di altruismo delle nostre genti”.
Al termine della conferenza stampa, il presidente della sezione viterbese dell’Avis, Luigi Mechelli, ha consegnato la tessera di socio effettivo a Giuseppe Aloisio, dopo che quest’ultimo, facendo fede a un impegno preso in precedenza, si era recato a donare il sangue lo scorso 30 dicembre. “Non avrei potuto fare diversamente ha commentato Aloisio da voi si respira un clima così coinvolgente che è difficile non desiderare di farne parte”.