|
Gino Saladini
copyright Tusciaweb |
-
Troppo ingenuo e troppo propenso a credere nella gente. Quelle che per l’uomo Saladini sono due doti, per il politico Saladini si sono rivelati il tallone d’Achille.
Così almeno, l’ormai ex sindaco di Civitavecchia, spiega la repentina fine della sua giunta a pochi mesi dal voto.
Troppa ingenuità nello scegliere i nomi per la sua lista civica, tra cui i consiglieri che lo hanno di fatto cadere dalla poltrona di primo cittadino.
“Lista che ho preparato insieme a Clemente Longarini ha ricordato durante la conferenza stampa ma non sono riuscito a evitare che entrassero professionisti della politica. Alla fine hanno vinto, magari promettendo posti di lavoro, a differenza delle tante brave persone che alla fine sono rimaste fuori”.
Un’amministrazione, quindi, minata alla base.
“Mi rammarico soltanto continua - di non aver mandato tutti a casa quando ho avuto difficoltà a far passare la delibera sull’incompatibilità. In ogni caso, se qualcuno mi chiedesse se abbiamo pagato le conseguenze del ritardo della politica nella nomina del presidente dell’autorità portuale, non potrei che rispondere di sì”.
Anche su chi ci sia dietro alla sua caduta, nessun dubbio.
“M e B”. Due iniziali, ma solo per una è chiaro a chi Saladini si riferisce, il commissario dell’autorità portuale Moscherini.
“Anche se è troppo presto per capire cosa succederà, se come si vocifera continua l’ex sindaco - dovesse candidarsi, Moscherini, troverà qualcuno pronto ad affrontarlo senza timori, avendo dalla mia parte le formazioni politiche che non mi hanno abbandonato e forte del mio progetto politico, nel quale credo fermamente. Raccoglierei il guanto della sfida”.