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Riceviamo e pubblichiamo
- Si continua ad assistere ad infruttuosi interventi politici pronunciati da più parti.
Si temporeggia per l’uno e per l’altro scalo (Latina e Viterbo), in attesa che accada qualche cosa di sovrannaturale.
Si continua il defilè dell’immagine per mostrarsi più belli degli altri.
Si continua, in sostanza, a perdere tempo.
Tempo prezioso per il nostro territorio e per le aziende di ogni comparto interessato da questo possibile sviluppo, che attendono qualche fatto più concreto per poter iniziare a programmare nuove idee imprenditoriali.
Dal canto nostro, come Comitato per l’aeroporto, persistendo in una azione vigile e scrupolosa, in stretto contatto con seri professionisti dei comparti interessati all’argomento, possiamo affermare nuovamente che l’aeroporto a Latina non è fattibile.
Parlando un linguaggio comprensibile ai non addetti, possiamo affermare, inoltre, che i tecnici del controllo dello spazio aereo sostengono che non è possibile, creare senza significative difficoltà nell'area, ulteriori procedure di avvicinamento e di decolli in quanto, attualmente, si è nei limiti per operare in una gestione di traffico aereo normale.
Per poter ragionare e quindi decidere con estrema onestà, chiarezza e professionalità, si deve prestare la massima attenzione alla componente “Sicurezza al volo”.
Seguendo questo indiscutibile criterio e leggendo i tracciati radar, si comprende che non è neanche possibile implementare il traffico a Fiumicino.
Volendo continuare la diagnosi del mal politico che rischia di contagiare i cittadini ancora immuni dal virus “aeroporto a tutti i costi”, valutiamo anche un eventuale trasferimento della Scuola di volo di Latina: dove troveranno i soldi e gli alloggi per i militari dell’A.M. trasferiti d’autorità e quindi in posizione amministrativa contemplata, per gli interessati, dalla nota legge 100?
Ma anche nel caso in cui si volesse far stampare nuove banconote, il cielo rimane saturo a causa dei tre aeroporti vicini, quindi il programma di Latina non potrà trovare soluzione.
Per non parlare di pratica di Mare dove l’Aeronautica Militare sarebbe costretta, per garantire i livelli di sicurezza richiesti, a ridimensionare l’attività degli Enti che insistono sull’aeroporto.
Noi però vogliamo insistere a trovare una soluzione e quindi considerando che l'aeroporto di Latina ha come unico ingresso quello del mare, non vi sarebbero altre rotte sicure soprattutto in caso di emergenza, di scampo o di mancato avvicinamento.
Come si dice in gergo aeronautico, "i piloti in volo tra velivolo e velivolo si guarderanno nelle palle degli occhi".
Che altro può fare la forza politica per ribaltare questa situazione su Latina? Forse potrebbe girare la pista di Latina per dargli un altro orientamento, oppure spostare i Monti Lepini o realizzare prima un’isola nel mare e poi farci l'aeroporto come in Giappone.
Confidiamo comunque nel buon senso delle persone, come si riesce a comprendere dalle dichiarazioni rese dagli attori principali che giustamente hanno rimesso la decisione alle valutazioni tecniche o meglio agli approfondimenti dei organismi a ciò deputati.
Non vorremmo però assistere alla presenza di quella tattica degli approfondimenti delle problematiche che porta ad allontanare sempre più la decisione definitiva, perché uno studio in tal senso è già stato fatto, disponibile da tempo in ambito Regione, che ha indicato Viterbo quale sito ottimale per il soddisfacimento dell’esigenza.
Il Comitato per l’aeroporto a Viterbo
www.aeroportoviterbo.it