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Riceviamo e pubblichiamo
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Egregio direttore,
tempo addietro, in un articolo apparso sulla stampa locale, espressi un opinione, da addetto ai lavori, sull’importante ruolo che l’aeroporto regionale di Viterbo avrebbe potuto svolgere nel quadro dell’“aeroportualita’ minore”.
Alla luce delle continue esternazioni sull’argomento ritengo utile richiamarle onde riportare il dibattito sul piano della concretezza e,quel più conta, di realistici e praticabili interessi territoriali nel breve periodo.
Vero è che la Regione Lazio ha urgenza di risolvere i problemi di insufficiente capacità del sistema aeroportuale romano ma è altrettanto vero che è anche chiamata, si disse ieri e si conferma oggi, a programmare lo sviluppo degli aeroporti minori di interesse territoriale e di ogni attività aeronautica ai medesimi correlata onde predisporre un sistema di “rete aeroportuale minore” per aerei dell’aviazione generale e di terzo livello e per elicotteri funzionale alla crescita del turismo, a migliorare l’accesso alle risorse locali da parte del mercato europeo nonché ad incrementare la prontezza e l’efficacia degli interventi di sicurezza sociale (sanità e protezione civile).
L’impegno regionale sarà quindi anche rivolto a curare in modo particolare:
lo sviluppo degli aeroporti, degli eliporti e delle aviosuperfici, in un quadro di vigilanza e controllo del possesso dei requisiti minimi di sicurezza riferiti agli standard normativi nazionali ed internazionali di settore nonché alle norme vigenti in materia di tutela dell'ambiente.
Lo sviluppo della cultura e della formazione aeronautica con particolare riferimento a quelle attività didattiche che sono mirate a fare prevenzione e quindi a produrre sicurezza.
Lo sviluppo del turismo, della cultura e delle attività sportive aeronautiche.
L'uso degli aeromobili, ad ala fissa e rotante, in attività di protezione civile monitoraggio ambientale ed in quelle di carattere solidaristico ed umanitario;
l'uso degli aeromobili nell'ambito del lavoro aereo.
L’uso dell’aeromobile per i trasporto e la diffusione di prodotti tipici locali (merci).
Si disse ancora che tale scenario avrebbe incoraggiato la promozione e la crescita degli aero club regionali affiliati all'“Aero Club d'Italia", e quello delle altre associazioni e soggetti che gestiscono aeroporti minori o altri impianti e che svolgano attività di protezione civile, didattica e formativa in campo aeronautico, sportiva, aeromodellistica e turistica nel campo del volo a motore, a vela, con ultraleggeri nonché le attività di paracadutismo sportivo.
Come ormai noto a tutti recentemente il presidente della Regione Lazio e l’assessore al ramo hanno individuato attraverso il Piano Regionale della mobilità - per Viterbo anche una specifica vocazione ad essere centro di riferimento per la protezione civile.
Non è una novità visto che fin dal lontano 1978 venne prospettata, dai taluni politici locali del tempo, questa opportunità che avrebbe offerto la possibilità di utilizzare l'area aeroportuale di Viterbo per potenziare la flotta dedicata ai lavori aerei speciali di antincendio, alla luce dell’espandersi dei danni provocati da incendi al patrimonio boschivo nazionale.
Va sottolineato che un eventuale scelta di questo tipo non contrasterebbe con il progetto di sviluppo aeroportuale nel quadro dell’aeroportualità minore nazionale, ma al contrario lo faciliterebbe, imponendo, detta opzione, consistenti investimenti aeronautici ed infrastrutturali, su di uno scalo che oggi non può certamente dirsi attrezzato ad ospitare una crescita di traffico civile ed operativo nelle misure auspicabili.
Quindi l’impervia ed improbabile strada di disporre in tempi ragionevoli di una sorta di alternato di Fiumicino e Ciampino (progetto ambizioso che comporterebbe investimenti per svariate decine di milioni di euro, con ritorni tutti da verificare nel breve/medio periodo, quanto meno con un adeguato “business plan”) andrebbe per il momento accantonata per delineare un progetto di sviluppo aeroportuale progressivo, attuabile nell’immediato e non confliggente con altre ipotesi di assetto del sistema aeroportuale romano.
D’altronde è nella storia che Viterbo, al rimorchio di Roma, non ha avuto mai molto da guadagnare.
Quindi avanti tutta per la realizzazione nell’immediato di un aeroporto con la sua specificità di aeroporto minore in prima fase, fruendo di tutti i benefici che la realizzazione di un centro regionale per la protezione civile potrebbe apportare (finanziamenti e infrastrutture aggiuntive) e poi si vedrà.
Non solo ma lo sviluppo dello scalo viterbese, nelle direzioni prospettate, servirebbe forse a sconfiggere finalmente il “partito” sotterraneo di coloro che operano per mantenere isolato il nostro territorio da “fastidiosi” potenziamenti delle vie di comunicazione e che, quindi, sono di ostacolo alla sua crescita.
Ribadiamo anche che si potrebbe programmare, riteniamo, d’intesa con la Regione Lazio, come già fatto in altre Regioni (vedi Emilia Romagna), in un contesto in cui, ciascun aeroporto con la sua specificità, si apra ad un discorso di rete, in concorso con l’industria e l’imprenditoria locale.
Ed è proprio nell’ottica di concepire un sistema complessivo regionale sulla base di elementi concreti e traguardi raggiungibili nei settori del turismo e dell’industria, nel campo della sicurezza sociale (sanità e protezione civile), nell’area della formazione aeronautica più evoluta ed in linea con le direttive UE, armonizzando attività aeronautiche civili e militari che perseguano il medesimo scopo, auspicammo due anni fa, la costituzione di un apposito comitato misto di esperti aeronautici certificati e rappresentanti degli enti locali interessati, cui fosse rimesso il compito di delineare il contenuto di uno specifico progetto in materia.
Una proposta, mi pare di poter affermare, condivisa recentemente anche da alti esponenti politici locali di entrambi gli schieramenti.
Attendiamo fiduciosi un iniziativa in tale direzione affinché si cessi un confronto necessariamente privo dei necessari approfondimenti fatto esclusivamente attraverso le pagine dei giornali.
Comunque lo scenario appena delineato offrirebbe al progetto “Aeroporto Civile di Viterbo” l’opportunità di una rapida realizzazione, se si sarà in grado di cogliere in pieno, finalmente, la sua specifica vocazione e l’enorme potenzialità dei vari soggetti aeronautici che già operano e che hanno intenzione di operare sul sedime aeroportuale.
Colgo l’occasione per porgere i miei più cordiali saluti.
Bruno Barra