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Gianni Moscherini
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“Civitavecchia sono io”. Il commissario dell’Autorità portuale, Gianni Moscherini, non lo ha detto ma è questo il senso delle esternazioni di questa mattina.
Ma alcune cose chiare le ha dette Moscherini.
“Sono pronto a candidarmi, se non si sblocca la situazione dell’Autorità. Sia che mi facciano fuori subito, sia che mi vogliano lasciare a bollire, io sono pronto a candidarmi a sindaco di Civitavecchia”.
Come dire: se in tempi brevissimi non mi nominano presidente, io mi organizzo, anzi sono già bello e organizzato.
E per la discesa in campo, per la quale secondo Moscherini in molti lo pressano, il commissario ha già qualche ideuzza.
“Questa è una fase per la città che richiede di andare oltre gli schieramenti. Serve una aggregazione trasversale che metta insieme tutte le intelligenze e gli uomini di buona volontà. Questo nell’interesse di Civitavecchia. La città è rimasta ferma, mentre il porto sta accelerando. Il distacco è troppo grande e bisogna porvi riparo”.
E Moscherini snocciola le cifre del suo successo. O meglio il successo della sua squadra e delle maestranze, come ama sottolineare. In sei anni le banchine disponibili sono aumentate del 219 per cento, gli accosti del 87 per cento, i croceristi del 224 per cento, i passeggeri del 59, autostrade del mare del 43, auto nuove del 705. Per un totale di tonnellaggio di più 24 per cento.
“Altro che calo nel periodo del commissariamento, come qualcuno propala. Questa è una cura al guaranà”.
Non basta le gare fatte ammontano a 150 milioni di euro. Una realtà in forte sviluppo che ha un unica palla al piede la città, fa intendere il commissario.
“Uno sviluppo, quello del porto, - continua Moscherini - dovuto alla qualità dei servizi. Io non pretendo di diventare presidente ma il porto, come prevede la legge, deve pretendere una guida adeguata ed esperta. La fase di commissariamento ha prodotto i risultati programmati. Ed entro tre o quattro anni possiamo diventare il primo porto del paese. Questo grazie alla collaborazione di tutti”.
E poi con uno scatto di orgoglio Moscherini rivendica la sua radice politica e inizia la critica serrata a Saladini & c.
“Io sono un socialista craxiano non pentito. Rappresento quella sinistra riformista che fonda la sua azioni sul fare. Sui fatti. E non quella sinistra cialtrona che fa solo chiacchiere”.
Moscherini inizia a togliersi qualche sassolino dalle scarpe.
“Mi sono un po’ stufato da fare il pungiball di ogni situazione politica.
Qui va a finire il porto è responsabile delle inefficienze del sindaco.
In sette mesi si poteva fare di più. Non sono pochi sette mesi. E poi tra zero e cento ci sono delle vie di mezzo. E questa amministrazione non ha fatto nulla.
Io avrei fatto di più. Chi poi pensa che sia stato Moscherini a manovrare i “traditori” si sbaglia di grosso. E’ ora di finirla.
Qualcuno non può continuare a fare lo scarica barile delle proprie incapacità.
Quando cadde De Sio, la minoranza disse che non si poteva andare avanti così.
Saladini ha preso nelle sue file chi lo fece cadere.
Quando fecero cadere De Sio erano bravi. Ora, perché hanno fatto cadere la sua amministrazione, sono “traditori”.
Non mi va di essere indicato come chi organizza i “traditori”.
E poi bisogna intendersi sulla parola “traditori”. Uno è un traditore se tradisce gli interessi della città. Ne traggano le conseguenze coloro che danno dei traditori agli altri.
Certo non sono tra coloro che soffrono per la caduta di questa amministrazione.
Almeno per quanto riguarda i rapporto con il porto. Con il porto che accelera e Civitavecchia che rimane al palo.
E poi se questa amministrazione avesse operato bene Rifondazione e la corrente di Mussi avrebbero chiesto di entrare in maggioranza. Ripeto: sette mesi non sono pochi almeno per impostare un cambiamento”.
Sulla candidatura di Tidei alla presidenza dell’Autorità portuale.
“Tidei è il candidato solo di una parte dei Ds. La mozione Mussi certo non lo appoggia. Ora certamente la caduta dell’amministrazione comunale accelera la vicenda del porto”.
Su una possibile sua candidatura a sindaco, Moscherini ha le idee chiare.
“La fase storica che sta attraversando la città, che la vede in forte ritardo sullo sviluppo del porto, impone una amministrazione che metta in campo tutte le intelligenze.
Bisogna mettersi tutti a tirare la carretta. In questo momento vanno superati i posizionamenti partitici.
Io preferirei continuare a lavorare al porto. Ma se entro breve tempo non si chiarisce la situazione. Se pensano di farmi fuori o di lasciarmi qui a bollire, sono disponibile a candidarmi a sindaco. Molta gente mi fa pressione in questo senso. Vanno emarginati quelli che fanno solo chiacchiere”.
Sul programma è, ovviamente, troppo presto esprimersi. Ma qualcosa Moscherini la dice.
“La logica del porto va trasferita alla città. Dobbiamo trasferire questo modello che ha funzionato.
Per questo sono disponibile a scendere in campo. Mi affascina poter fare per la città quello che ho fatto per il porto.
Da sindaco potrò continuare a dare una mano a chi farà il presidente. Chiunque esso sia. Anche Tidei.
E poi candidandomi posso dare la possibilità a Saladini di riscattarsi. Non ha detto che è disponibile, se io mi candido?”.
Come dire che lo scontro Moscherini è qualcosa che si concretizza di giorno in giorno.