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Civitavecchia
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- Arrestata proprio dai carabinieri.
Giuseppina Longo, vedova del maresciallo capo Massimiliano Bruno, uno degli eroi di Nassiriya, ieri mattina stava per lasciare definitivamente la sua casa a Civitavecchia, per trasferirsi in Sicilia, sua terra d'origine.
Solo che nel camion dove era salita insieme al suo nuovo compagno, Carlo Grassi, 42 anni, con precedenti penali per droga, oltre mobili e valigie c’erano anche venticinque chili di marijuana, nascosti nei sacconi neri per l’immondizia.
Adesso la donna si trova nel carcere di Borgata Aurelia con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti.
All'indomani della strage in cui perse la vita il marito, Giusy Longo accusò il governo di aver mandato i militari allo sbaraglio e si lamentò di essere stata abbandonata dalle istituzioni e denunciò in televisione le torture nelle carceri irachene.
Dopo diverse polemiche, ritrattò.
Il giorno del funerale di suo marito Massimiliano, 44 anni, maresciallo capo del Racis, nella cattedrale di Civitavecchia lesse una lettera commovente: «Mi hai insegnato che si può morire per la patria e per la libertà, ti amo e ti amerò sempre, ciao grande eroe».
Insegnante di sostegno in una scuola di Valle d'Oro, Giusy Longo, aveva costituito anche una fondazione intitolata al marito e poi alle ultime elezioni regionali si era messa a capo di un comitato di donne per sostenere la riconferma di Francesco Storace a presidente della Regione.
Sembrerebbe che il suo compagno abbia cercato di scagionarla, dicendo che lei era all’oscuro del fatto che l’uomo avesse nascosto la droga in casa a sua insaputa.