Riceviamo e pubblichiamo
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Il comune di Viterbo
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"Questo non è un canile, è l'Hilton dei cani!".
Questa è l'esclamazione che ci rivolgevano i molti ospiti che venivano a trovarci al canile Enpa Novepani, la cui gestione attuale oggi risulta essere nel mirino e di cui ultimamente i giornali si sono occupati più volte.
All'epoca della gestione Viglino, io e le altre volontarie presso la struttura, ci sentivamo rivolgere non pochi complimenti per quello che facevamo e per l'amore e la passione che mettevamo ogni giorno, ogni domenica, ogni festività, con il bello e cattivo tempo, nella cura dei numerosi ospiti della struttura.
Allora, non di rado nelle belle e calde giornate primaverili, potevate trovare decine di cani sazi, curati e tranquilli, dormire all'ombra degli splendidi castagni che circondano il rifugio.
Durante l'inverno potevate vederli correre come matti in mezzo alla neve o rotolarsi felici come nel giardino di casa.
I canili si sa non dovrebbero esistere, ma quando ci sono dovrebbero essere gestiti da amanti degli animali e non da chi evidentemente di cani ne sa poco o niente.
Dico evidentemente, perché sfido chiunque a recarsi presso il rifugio e volgere gli stessi complimenti che ricevevamo noi a chi se ne sta occupando ora.
Tornata più volte presso la struttura, oggi mi chiedo dove sono finiti quei cani felici che conoscevo e grido con orrore da amante degli animali e da cittadina viterbese come
Voi lettori, a quello che ho visto anche ultimamente e vi invito a constatarlo personalmente.
Non troverete più animali grassi e belli dormire tranquilli sotto gli alberi, ma animali magrissimi, completamente privi di pelo e con piaghe purulente su tutto il corpo oltre a numerose cucciolate sparse qua e là in molti recinti.
Anche la persona più disinteressata e inesperta può rendersi conto del sovraffollamento nella struttura e della gestione poco attenta degli animali ricoverati.
Mi desta ulteriore preoccupazione, il totale disinteressamento da parte di chi dovrebbe garantire o quanto meno preoccuparsi della gestione di fondi della comunità, dal momento che la struttura si regge su convenzioni, non solo del Comune di Viterbo, ma di quasi tutti gli altri comuni della provincia.
La rabbia e il disgusto per quello che ho visto sono ulteriormente amplificati dalla delusione di onesta cittadina per il totale disinteresse di una città intera, per la quale un canile gestito impeccabilmente dovrebbe rappresentare il fiore all'occhiello dell'amministrazione viterbese.
La mia testimonianza è una denuncia delle condizioni di vita dei molti senza voce come Buck, Fumo, Semolina, Terzomondo, Scopettino, Rosa, Bella, Frida, Renzo, Chico, Stella, e di tutti gli altri che non dovrebbero trovare nel canile una casa permanente, ma solo un posto temporaneo dove, accuditi amorevolmente e amati, attendere l'arrivo di qualcuno che possa loro dare una casa per tutta la vita.
Questo affinché il tanto declamato amico dell'uomo non diventi solo uno strumento per fare soldi facili, come in molti casi, ma il fine per rinsaldare una amicizia ed una fedeltà, quella tra uomo e cane, vecchia di secoli, forse la più antica di tutta l'umanità.
Alessia Buzzavo