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L'assessore Rotelli
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Riceviamo e pubblichiamo
- Colgo l’occasione della polemica tra il consigliere Marenzoni e l’assessore Rotelli per condividere una riflessione pubblica sul ruolo delle istituzioni e sull’approccio “olistico” alle politiche per l’infanzia e l’adolescenza che è stata una conquista degli ultimi anni e che la legge 285/97 ha sancito come elemento cardine.
Questa legge propone e finanzia azioni educative. Interventi che devono essere condizionati alla verifica costante e oggettiva dei risultati: è essenziale la necessità di riscontrare un miglioramento strutturale delle condizioni di vita dei bambini e dei ragazzi.
Tra i vari strumenti il principale è l’accordo di programma che non è soltanto un atto tecnico e formale. Fatto di regole, procedure, articoli e commi, questo è uno strumento operativo e sostanziale per i minori, per le famiglie, per gli operatori.
Una cornice generale dentro la quale i singoli soggetti, a partire dai bambini e dai ragazzi, non sono studenti né utenti né pazienti a cui rendere un servizio in una particolare situazione o in particolare momento della giornata o della vita. Bambini e ragazzi sono protagonisti e considerati olisticamente nella loro globalità.
In altre parole l’amministrazione deve occuparsi anche di quello che accade ai bambini per la strada quando cercano di arrivare a scuola o quando cercano uno spazio pubblico dove giocare.
L’approccio all’accordo di programma è quindi necessariamente integrato e partecipato.
L’obiettivo è quello di strutturare dinamiche e canali di comunicazione tra i vari soggetti educanti (scuola, famiglie, enti) a partire dalla consapevolezza che “il soggetto, e non l’oggetto, di questo tavolo (l’accordo di programma equivale al tavolo di concertazione richiesto da tempo anche da Legambiente all’amministrazione comunale di Viterbo) non sono le risorse o i progetti di questo o quell’ente, ma il bambino nella sua globalità” (citando uno dei numerosi contributi del Centro nazionale di documentazione ed analisi per l’infanzia e l’adolescenza).
Signor assessore, personalmente non mi interessano gli elenchi privi di analisi e di riscontri.
E’ sulla base delle precedenti considerazioni che deve rendere conto ai cittadini. Deve spiegare perché tutto questo non è stato fatto a Viterbo. Perché la partecipazione è azzerata e non un solo documento di valutazione è stato prodotto e reso pubblico in questi anni.
Temo tuttavia che ad ostacolare la realizzazione di un processo virtuoso di crescita collettiva, come auspicato dagli indirizzi educativi e tecnici internazionali, vi sia un ostacolo culturale di base.
Le amministrazioni, tutte, hanno obblighi e risorse che devono necessariamente utilizzare per offrire i servizi essenziali, per rispettare i parametri di legge e fornire alle giovani generazioni opportunità di crescita e di sviluppo plausibili. Non è una concessione ma un obbligo.
Uno degli aspetti non condivisibili della sua gestione del settore è la scelta autoreferenziale e “aristocratica”.
L’arroganza della sua risposta, assessore Rotelli, fornita al consigliere Marenzoni è solo la manifestazione di un atteggiamento che pone l’interlocutore, torto o ragione che abbia, nella condizione di disturbatore, di intruso piuttosto di risorsa o soggetto portatore di interessi legittimi.
Mi permetta di farle notare che dal punto di vista educativo ha perso una occasione e non ha reso un buon servizio alla causa per la quale è stato scelto temporaneamente da questa collettività.
Umberto Cinalli
Legambiente Viterbo