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Le carote di Viterbo
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Riceviamo e pubblichiamo
- Ho letto con piacere l'articolo sulla carota di Viterbo inselvatichita. Per fortuna ogni tanto si risveglia l'attenzione su un prodotto tipico di Viterbo che si credeva perduto.
In realtà semi di questa varietà sono sopravvissuti ad oggi ed è in corso la richiesta di registrazione nel registro regionale varietale delle risorse genetiche autoctone vegetali dell'ARSIAL (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio).
La domanda è stata effettuata dal sottoscritto formalmente nel corso del 2006 con lo scopo di tutelare la varietà grazie alla Legge Regionale 15/2000 "Tutela delle risorse genetiche autoctone di interesse agrario".
La ricchezza di questa carota è nel colore, viola appunto, dovuto alla presenza di antociani dalle proprietà antiossidanti, le stesse che si hanno nel vino rosso. In realtà il colore delle carote originariamente era proprio viola anziché arancione. La stessa varietà è presente in Afghanistan (sito di origine della carota) ed altri Paesi come India, Pakistan e Turchia.
Purtroppo con l'utilizzo di sementi commerciali di varietà a colorazione arancione (carattere dominante) e per la facilità di incrocio con le popolazioni selvatiche di Daucus carota la tipica colorazione viola si perde senza le dovute precauzioni (isolamento delle piante e incroci in ambiente protetto). Nelle giovani piante selvatiche si può ancora notare nel colletto la colorazione viola che poi vira al bianco. Purtroppo nella specie selvatica la radice, legnosa, è immangiabile.
Sicuramente questa è una risorsa non solo genetica ma anche economica per il mondo agricolo e per il territorio viterbese.
Agronomo Massimiliano Poli