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Il magnifico rettore Marco Mancini
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- 11 mila studenti da 7800 che erano nel 2001. 5346 laureati, nel 2002 erano 2979. 2885 matricole, erano 1426. 20 corsi di laurea di primo livello, 24 di laurea magistrale. Sei facoltà da cinque che erano. L’università della Tuscia cresce e a volte raddoppia. E si prepara ad accogliere il ministri dell’Università Mussi e ben sedici rettori in occasione dell’anno accademico che si terrà martedì.
Non basta. Sono finiti i lavori del secondo lotto per Santa Maria in gradi che saranno anch’essi inaugurati martedì.
Come ha spiegato Marco Mancini, l’inaugurazione dell’anno accademico prevede oltre alla prolusione del rettore, l’intervento del personale, del senato accademico e degli studenti.
La lezione magistralis di Giuseppe Nascetti, ordinario di ecologia, sui temi del cambiamento climatico e della biodiversità. Infine l’intervento del ministro Mussi.
“Segnalerò - ha detto il magnifico rettore Mancini - la crescita di questa università .
Illustrerò le considerazione, non solo mie ma del Crui (Conferenza dei rettori delle università italiane), sulla travagliata storia dell’autonomia universitaria.
La positiva azione del mondo universitario. E le critiche all’azione delle autorità di governo. Una autonomia che i vari governi hanno compresso e distorta. Non mancherà una critica a questa Finanziaria”.
Il tutto di fronte a molti rettori, al presidente del Crui Guido Trombetta e al ministro Mussi.
“Presenteremo non la mia opinione ma quella del sistema universitario - ha aggiunto il rettore -.
Auspicheremo precisi interventi in diversi settori. Dal reclutamento dei giovani alla rapida riforma didattica.
Dai rapporti tra scuola e università alla riforma dei dottorati di ricerca e del sistema di finanziamento dell’università.
Chiederemo un primo segnale chiaro: toglierci dalla famigerata legge Bersani, come promesso, se la trimestrale di cassa fosse andata bene. Una legge che impone di versare il venti per cento delle spese per i servizi.
Questo all’interno di una ripresa del dialogo con il governo, come deciso dalla conferenza dei rettori”.
La prima parte dell’anno accademico verrà usata dal rettore per porre a livello nazionale la questione delle difficoltà dei laureati in beni culturali.
“Noi abbiamo istituito per primi la facoltà di beni culturali - ha spiegato il rettore - e riteniamo giusto farci portavoce delle istanze degli studenti.
Non solo presso il ministero dell’Università ma anche presso quello dei Beni culturali di Rotelli.
Un problema, quello degli studenti di beni culturali, di cui si deve far carico tutto il sistema universitario. Non possiamo ridurre il tutto a una bega locale. E’ giunto il momento di risolvere il problema”.
In Italia esistono tre facoltà e ben cinquanta corsi di beni culturali.
E c’è chi dice che il ministro e vice premier Rutelli verrà invitato a confrontarsi direttamente con gli studenti.
Per quanto riguarda il restauro di Santa Maria in gradi, costato circa 15 milioni di euro, il rettore ha sottolineato: “Restituiamo Santa Maria in gradi alla città e agli studi. Considerando che è stata una basilica di domenicani, ordine eminentemente versato negli studi, possiamo dire che il ciclo della storia si chiude”.