Riceviamo e pubblichiamo
- Sono lieto di notare che la questione della riapertura della ferrovia Orte-Capranica-Civitavecchia stia assumendo dopo anni una centralità nel dibattito politico.
A tal proposito dopo essermi più volte confrontato col consigliere regionale Enrico Luciani, presidente della commissione Mobilità, è mia intenzione porre all’attenzione del consiglio provinciale una mozione per riattivare il servizio nella tratta ancora funzionante tra Orte e Capranica.
Dopo la spedizione da parte dei cittadini di ben 10mila cartoline in Regione e una serie di altri interventi a tal proposito, la Regione ha da poco completato l’iter per l’acquisizione dell’area ferroviaria.
Il consiglio provinciale, che era stato interessato al problema sin dal 2005, ha impegnato l’amministrazione a richiedere finanziamenti per il recupero della tratta.
Sarebbe assurdo lasciare isolata la Tuscia e il centro intermodale di Orte dal maggior porto turistico del Mediterraneo: Civitavecchia! E’ stato assurdo spendere miliardi per smantellare, anziché per ripristinare, i binari tra Capranica e Civitavecchia… l’epoca delle assurdità però è finita.
A questo punto, date le nuove esigenze di respiro europeo nel trasporto merci e passeggeri, sarebbe non più stupido ma colpevole continuare sulla scia degli ultimi anni.
Se è vero dunque che Europa e ministero finiranno col metterci in condizioni di riparare a guasti provocati negli anni, altrettanto è vero che ci sono i solito biblici i tempi della burocrazia.
Dall’assegnazione dei fondi, alle progettazioni e in fine al completamento dei lavori, se va bene, potremo andare a Civitavecchia col treno per la fine del mandato di Marrazzo e Mazzoli, sennò ci vorrà anche di più. Intanto la situazione dei pendolari è disastrosa.
Se dunque bisogna fare in modo che il ripristino della tratta smantellata avvenga al più presto, laddove la tratta è ancora utilizzabile, il servizio va immediatamente riattivato, evitando di sacrificare ancora e inutilmente il diritto alla mobilità dei nostri concittadini.
I costi sono tutt’altro che proibitivi e l’iniziativa è tecnicamente percorribile, come confermatomi dal consigliere regionale Luciani che sta seguendo da vicino questa vicenda.
Ora è il momento di dare un significato concreto e immediato alla formula della “Cura del ferro”.
Per il Gruppo di Rifondazione Comunista
Il consigliere Provinciale Riccardo Fortuna