|
Nepi
copyright Tusciaweb |
Riceviamo e pubblichiamo
- Nel consiglio comunale convocato per primo febbraio oltre alla sostituzione del consigliere dimissionario Pazzetta Luciano con il subentrante Guido Nelli e alla nomina dei membri di competenza consiliare per la commissione delle Antenne, l'assemblea prenderà atto dell'accettazione del prezzo offerto dal Comune per l'area in zona 167 di proprietà della famiglio Buonfiglio.
L'area di circa 9 ettari fu occupata per motivi d’urgenza negli anni 80 dal Comune. Però allora, entro i successivi 5 anni previsti dalla legge, il Comune non provvide alla richiesta di un decreto definitivo di esproprio e l’occupazione è divenuta illegittima. Ne è nata una controversia con l’incardinazione di una azione giudiziaria da parte della famiglia Bonfiglio nei confronti del Comune di Nepi.
La famiglia Bonfiglio ha citato il Comune di Nepi richiedendo sia il pagamento di un canone di locazione dalla data di occupazione sino ad oggi sia il pagamento dell’area e non al prezzo determinato al momento dell’occupazione zona agricola - ma all’attuale prezzo di mercato.
Sono iniziate delle trattative tra l’attuale amministrazione e la famiglia Bonfiglio conclusesi nella proposta di definire la questione con il pagamento di euro 8,00 al mq. ossia globalmente 714.000 euro.
Nella proposta che sarà sottoposta al consiglio comunale, la somma di euro 364.000 sarà sostenuta dall’amministrazione comunale in quanto si riferisce al costo delle strade e delle aree a servizi ed euro 350.000 saranno richiesti dall’amministrazione ai singoli assegnatari di abitazioni in rapporto a quote millesimali.
Per la verità il regolamento approvato a suo tempo dal consiglio comunale negli anni 80 stabiliva che gli assegnatari provvedessero al pagamento totale dell’area.
Inoltre il Comune assegnò le aree in diritto di superficie con l’obbligo, alla scadenza dei 99 anni, di provvedere nuovamente al pagamento del costo dell’area ed agli oneri di urbanizzazione.
Invece, nella delibera sottoposta al consiglio comunale, agli assegnatari che accetteranno subito di pagare il dovuto, verrà variato il diritto di superficie in diritto di proprietà ossia gli stessi saranno proprietari non solo delle abitazioni ma anche dell’area ove sono state costruite, senza l’obbligo alla scadenza dei 99 anni, di dover nuovamente pagare il costo dell’area e delle spese di urbanizzazione.
La somma sostenuta dal Comune verrà coperta con la vendita delle aree destinate a servizi mediante pubblico bando.
Si conclude in tal modo una vicenda, gestita in modo confuso negli anni 80, e che l’amministrazione Vita ha sanato con enormi risparmi per gli assegnatari e per il Comune come dichiarato dall’avvocato difensore del Comune stesso nella causa pendente presso il Tribunale di Roma.
La maggioranza consiliare