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L'ospedale di Belcolle
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- Viterbo è satura di centri commerciali.
All’allarme lanciato Vincenzo Peparello della Confesercenti, sul “pericolo” di nuove strutture nel capoluogo, risponde Laura Allegrini.
“Condivido le preoccupazioni della Confesercenti sull’eccesso dei centri commerciali a Viterbo - spiega la senatrice An - mi rendo anche conto che la grande distribuzione riesce ad aggirare l’ostacolo dei 2.500 metri grazie all’accorpamento delle licenze e questo è un problema che investe non solo Viterbo.
Per individuare la soluzione, le amministrazioni possono fare ben poco, ma ciò non significa che non si debba tentare e cercare anche la via legislativa se quella amministrativa non basta.
Il piccolo commercio, e quindi i centri storici delle città di provincia, non riescono a sopportare l’impatto negativo dell’apertura di altre megastrutture.
Sarebbe altrettanto miope far finta che in questo settore non sia cambiato nulla negli ultimi anni perché indubbiamente i centri commerciali hanno registrato pieno gradimento da parte dei consumatori sia per i prezzi che per i parcheggi.
Ora però stiamo assistendo alla quasi cancellazione di un “modello” di commercio rispetto ad un altro.
Due visioni dello sviluppo delle città che si contrappogono, ma che possono coesistere se non eccessivamente sbilanciate da una parte o dall’altra. E’ quello che purtroppo sta succedendo a Viterbo dove, in termini commerciali, tutto ciò che succede fuori delle mura, prevale rispetto alla vita del centro storico.
Dobbiamo tutti insieme pensare a delle soluzioni, compresa una iniziativa legislativa che riequilibri la tendenza.
La legge regionale sulle edicole, che porta il mio nome, è un esempio di equilibrio tra “liberalizzazione” e tutela del piccolo commercio. Mi pare invece che il governo di centrosinistra sia assolutamente orientato alla liberalizzazione in ogni campo, come ha dimostrato la vicenda dei taxisti e dei farmaci agli ipermercati.
A Peparello rispondo quindi che se il comune di Viterbo dovrà fare la sua parte per arginare il fenomeno è altrettanto vero che la Regione (Parroncini) e il Governo (Fioroni e Sposetti) dovranno cominciare ad ascoltare la voce dei commercianti, e sul serio.”