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Viterbo
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- Il 22 dicembre scorso ha segnato una data importante nel dibattito precongressuale in corso nella Margherita.
E' stata presentata, infatti, una mozione unitaria avente come primi firmatari Francesco Rutelli e Arturo Parisi, in sostituzione delle due già presentate.
Si tratta di un documento politico forte, che rivendica l’importanza dell’Ulivo come grande intuizione politica e come base imprescindibile per un sicuro approdo al Partito Democratico. Nella mozione viene formalmente stabilita la cessazione dell’attività della Margherita al momento della nascita del Pd.
Anche il congresso della Provincia di Viterbo arriverà, con ogni probabilità, ad una conclusione unitaria. La presentazione di una propria mozione da parte dell’area ulivista non va quindi vista come elemento di distinzione o peggio di contrapposizione, ma semplicemente come contributo ad un dibattito avente come oggetto contenuto politico, forme e strumenti del futuro partito. Diamo di seguito il testo della mozione.
Area “Ulivisti nella Margherita”
Congresso Provinciale 2007
VITERBO
CONGRESSO PROVINCIALE 2006 - MOZIONE “ULIVISTI NELLA MARGHERITA”
Premessa
Il quinquennio berlusconiano appena trascorso ha rappresentato una stagione di forte involuzione nello sviluppo democratico, civile ed economico del nostro paese.
Il veleno più insidioso che è stato introdotto nella coscienza collettiva nazionale è costituito dalla perniciosa dottrina secondo la quale le regole si traducono in un costoso ostacolo volto ad impedire la migliore realizzazione degli interessi individuali, lo sfrenato perseguimento dei quali rappresenterebbe la migliore garanzia di soddisfacimento dell’interesse generale.
Ne è derivato un lascito pesante i cui effetti perversi, annidatisi nelle menti degli italiani, costituiscono una pesante ipoteca che compromette le possibilità di una rinascita civile e morale del paese.
L’unico seme fecondo di tale stagione si è prodotto con il manifestarsi di quel segmento significativo di cittadinanza attiva che, contraddistinto da un profondo senso civico, si è cimentato in una coraggiosa battaglia contro il programma fortemente regressivo sul terreno delle conquiste sociali e civili lanciato da Berlusconi e dai suoi sodali.
Le primarie
Uno degli strumenti più incisivi ed innovativi a disposizione del protagonismo e del desiderio di partecipazione di quella parte attiva di cittadinanza che si riconosce nei valori del centrosinistra è costituito dalle primarie, nate per intuizione di Romano Prodi ma accettate ed organizzate dalle forze politiche dell’Unione.
La massiccia ed entusiastica partecipazione ne fanno un insostituibile mezzo di selezione di candidature efficaci (come hanno inconfutabilmente dimostrato fin qui tutti gli esempi di applicazione realizzati nelle città, nelle province e nelle regioni), una potente leva di coinvolgimento dell’elettorato più militante ed un irrinunciabile strumento di risoluzione preventiva delle controversie che inevitabilmente si sviluppano intorno alla scelta dei candidati a cariche monocratiche.
· Alla luce di queste considerazioni, ne chiediamo, pertanto, un’applicazione generalizzata in quelle realtà ove non si registra l’unanimità dei consensi su una candidatura in quanto parti rilevanti dell’elettorato si orientano su opzioni divergenti.
Il partito democratico
Le elezioni politiche 2006 hanno segnato la inequivocabile sconfitta della teoria secondo la quale “divisi si vince”.
I risultati, infatti, hanno lanciato l’Ulivo come organizzazione politica del futuro.
Il voto dei giovani e la presenza di una parte significativa di elettorato che, pur sentendosi genericamente di centrosinistra, non si riconosce in alcuno dei partiti che, pure, si rifanno all’Ulivo, ha decretato il successo del progetto unitario.
Occorre però superare, per dare slancio e concretezza al progetto, alcune impostazioni viziate la cui adozione potrebbe determinare una falsa partenza od un successivo ritorno all’indietro.
Anzitutto la famigerata “fusione a freddo” degli apparati, senza alcuna apertura significativa a quel segmento di cittadinanza attiva che ha animato le primarie.
Inoltre, e per converso, la tendenza a sottovalutare il ruolo ancora attuale svolto dai partiti (tendenza che, se portata alle estreme conseguenze, condannerebbe il progetto ad un velleitarismo sterile) i quali, ad ottobre 2005, hanno comunque dimostrato di saper assicurare l’agibilità delle primarie organizzando 10000 seggi.
· Ovviamente, quale conseguenza della scelta dell’aggettivo, occorre dotare il nascente partito di un vasto corredo di strumenti democratici, quali possono essere forme di consultazione diretta di iscritti ed elettori (veri e propri referendum interni) sulle grandi questioni, sia a livello locale sia a livello nazionale.
Le azioni da compiere nel prossimo futuro
Il percorso verso il partito democratico deve essere accompagnato da azioni coerenti in primo luogo a livello locale, per evitare che il prodotto finale sia frutto di asfittiche operazioni di vertice.
· A tutti i livelli territoriali vanno costituiti i gruppi dell’Ulivo, frutto dell’unificazione dei gruppi consiliari di Ds, Margherita e di altre forze compatibili che si dichiarano interessate al progetto.
· Occorre poi un’integrazione sempre più marcata per lo svolgimento di iniziative che già oggi, se svolte d’intesa e con la messa in comune delle risorse, risulterebbero più efficaci nelle modalità di realizzazione e negli esiti ( fogli informativi, siti internet, formazione interna, manifestazioni).
E’ necessario rendere la Margherita, per democrazia interna e apertura alla partecipazione, un laboratorio innovativo nel percorso che conduce al partito democratico.
· Pertanto, tutte le nomine negli enti debbono rispettare il principio della trasparenza, e le relative scelte debbono essere condotte perseguendo l’obiettivo di assicurare competenza ed autorevolezza alle candidature attraverso un confronto democratico sviluppato nelle sedi istituzionali.
· Gli organi provinciali del partito, inoltre, nel rapporto con la periferia, devono abbandonare ogni tentazione centralistica proponendosi quali soggetti di supporto tecnico-politico e, nel caso del manifestarsi di controversie, di facilitazione nel raggiungimento di accordi.
Il senso della nostra presenza e del nostro operato all’interno della Margherita è quello di rendere quest’ultima la forza più convinta ed incisiva sul terreno della democrazia, della trasparenza e dell’apertura alla partecipazione, in coerenza con la vocazione originaria sancita nei documenti costitutivi che ne facevano strumento insostituibile per la costruzione dell’Ulivo, inteso come soggetto rappresentativo dei progressisti e dei riformatori italiani.
Area “Ulivisti nella Margherita”
Congresso Provinciale 2007
VITERBO