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Fabio Scalzini
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- Gentile direttore,
con riferimento all’intervista rilasciata dal sindaco di Viterbo qualche giorno fa sulla stampa locale, avendo riscontrato inesattezze e mezze verità, sono a chiederle ospitalità per fare alcune osservazioni e formulare qualche quesito.
A) inaugurazioni nuove realizzazione nel corso del 2006.
Il sindaco ha citato la realizzazione del nuovo tribunale e della nuova piscina comunale, acquisendone per intero i meriti. Peccato però che la loro realizzazione è di così lungo corso che non è politically correct tentare di apporvi il marchio d’origine.
B) Rifiuti. Qui il sindaco ci ha ricordato di quando era assessore provinciale all’ambiente e di quando volle una gara a livello europeo per stabilire il costo dello smaltimento, la tecnologia da impiegare e la localizzazione degli impianti.
Ha dimenticato di dire che nel corso dei suoi quasi otto anni alla guida della città, la raccolta differenziata a Viterbo, è rimasta sotto il 5 per cento, cioè 30 punti al di sotto di quel 35 che l’art 24 del decreto Ronchi prevedeva si dovesse raggiungere nel 2003 per poter accedere ai benefici economici previsti venendo a mancare i quali (benefici) sono le tasche dei cittadini a subirne le conseguenze negative.
Questo sta unicamente a significare che Viterbo è “una città che butta via tutto” il che da un lato è segno che questa amministrazione non è stata in grado di cogliere il sentimento di civiltà e di cultura insito nel popolo viterbese, impaziente di contribuire alla causa della raccolta differenziata, mentre invece (e qui sta la furbizia politica) dall’altro lato è garanzia per chi gestisce le discariche che di materia prima ve ne sarà sempre più che a sufficienza.
C) Mattone ecologico. È evidente dall’intervista che il sindaco mette le mani avanti, comportandosi come la logica non vorrebbe.
Di norma infatti, quando si confrontano più soluzioni alternative, l’onere della prova tocca al sostenitore dell’alternativa meno probabile.
C’è da scommettere che tra non molto, a guardia del barile vuoto lasceranno il solo Bernabei.
D) Borgo termale alle zitelle. Non si tratta- dice il sindaco- della solita lottizzazione ma di un complesso alberghiero e residenziale di grande levatura.
Ora, senza nulla togliere all’industria edilizia, di cui conosciamo l’importanza nella nostra terra, una cosa è parlare di strutture private di grande pregio un’altra di complessi alberghieri.
Un conto è un flusso di migliaia di fruitori l’anno un altro cento, centocinquanta famiglie che utilizzano acque termali viterbesi per il proprio benessere. È chiaro che per la crescita del turismo termale le due opzioni non sono la stessa cosa.
L’idea della società Beni stabili è sicuramente valida ma non ci sono chiari i vantaggi per la città che di prassi dovrebbero essere tutelati dalla parte pubblica e non dai privati.
Può darsi che le poche informazioni al riguardo siano fuorvianti ma la sensazione è che Viterbo continua ad essere l’unica città termale d’Italia dove lo sviluppo turistico è pensato con l’esclusione dei cittadini residenti. Diversamente non si spiegherebbe come un sindaco così decisionista non sia ancora riuscito ad ottenere presso la piscina termale lo sconto per i viterbesi.
E fin qui una modesta esposizione delle inesattezze e delle mezze verità che speriamo il centrosinistra vorrà approfondire con più dovizia di particolari in Consiglio Comunale e di fronte all’opinione pubblica cittadina.
Ma dove il sindaco dimostra pienamente di servire prima le sue ambizioni personali, poi quelle del suo partito e solo dopo la Politica è sulla questione dell’aeroporto e sulla cittadella della salute.
Ma andiamo per ordine:
Aeroporto: il sindaco dice che se a Viterbo ormai se ne parla, il merito è unicamente del Comune con buona pace della Savit, relegata quindi al rango di ente inutile e di tutte le altre intelligenze ed energie che si stanno attivando intorno all’ipotesi di realizzare a Viterbo uno scalo commerciale per voli low cost.
Ma al riguardo non è stato da poco siglato un patto istituzionale con la Provincia? Non si sono attivati anche Parroncini, Brachetti e Gigli?
Purtroppo siamo alle solite: se il merito sarà ascritto unicamente al sindaco, sarà utile avere l’aeroporto a Viterbo, ma se dovessero essere condivisi gli onori, l’aeroporto sicuramente non servirà.
Ed infine la cittadella della salute: è fuori discussione che l’opera di razionalizzazione logistica pensata e portata avanti da Aloisio, ad ultimazione avvenuta, sarà un indubbio vantaggio per tanti cittadini, ma siccome la cosa nemmeno lambisce l’immagine del sindaco, ecco che durante l’intervista il sindaco ne fa menzione solo riferendosi all’appesantimento del traffico che si avrà in zona porta Romana.
Chiudo con un’ovvietà: la Politica è prima servizio alla collettività e poi strumento di crescita dei destini personali, immaginandola invece come una grande partita a risiko, man mano che cresce l’attenzione sulle mosse da fare, si rischia di allontanarsi dai problemi del vivere quotidiano.
Gentile direttore distinti saluti.
Fabio Scalzini (Sdi)